Nettuno Porto e Borgo

Nettuno Porto e Borgo

lunedì 26 settembre 2016

Super Partes

Ovvero l'involuzione della civiltà contemporanea verso una sontuosa, mirabile, farsesca, iconica, sublime... scomparsa.

Scettici.
Si, siamo scettici.
Scettici per natura o istintivamente intransigenti per sutura o statura: morale, etica o esistenziale.

Coloro che si accingono ad intraprendere l'estremo e fausto mestiere del divulgatore (per sincera passione del vero o inevitabile inclinazione naturale) difficilmente risulterebbero disposti  a scendere a patti con quel diavolo umano del "far notizia" ma inevitabilmente sceglierebbero lo scomodo e precario ramo d'attesa degli scettici!

Diavolo il primo, per l'appunto, perché capace in se stesso unicamente di mieter vittime o successi grazie ad una ineffabile e sfrontata contraffazione degli eventi. Precario e sacrosanto il secondo, perché basato unicamente sulla fede nei propri mezzi: di comprensione, d'immedesimazione, di interrelazione gravida con il prossimo e con la realtà circostante.

Eppure!

Eppur si muove... asseri "Bebbo Galileo" dopo aver sorseggiato, scoraggiandola ironicamente, un'alcolica Fanta!

Così "Noios" ci apprestammo ad essere o forse ci apprestammo ad asserire... in funzione di pessimi artisti dilettanti ed altrettanto improvvidi registi incompetenti di un biasimevole ed innominabile fato... ci apprestammo ad essere o forse ci apprestammo ad asserire quel che recita un detto ormai scontato e stantio tratto dalle reprimende "finzioni" d'oltre Oceano Atlantico:

La realtà supera a volte (anzi troppo spesso implacabilmente) la fantasia!

Una fantasia tanto onirica, raccapricciante ed agghiacciante quanto comicamente suadente, "splatter" e cinematografica.

E' così allora che ci si scopre, nella propria debolezza, essere... inconfutabilmente rigidi nei giudizi, sontuosamente avversi alle contestazioni, sommessamente ostili alle contraddizioni, alle contraffazioni, alle ipocrisie sottili e quindi digeribili, in un Universo umanamente dispotico e computisticamente immutabile, dettato da matrici di fase e di base ciclicamente irreversibili e perbeniste, forgiate a doppio nodo nel riduzionismo olistico.
Un riduzionismo quindi che non lascia scampo ad ulteriori interpretazioni rispetto alla propria realtà dettata, universalmente ridotta e conformisticamente accettata.

Ci si riscopre allora rigidi... unicamente per partito preso e (o per inverso opposto) inevitabilmente sobri nella definizione di determinati valori. Soggettivamente, sopportabilmente e soppesatamente a favore stimati.

Uhm.......!

In un simile ambiente asettico, vaneggiante ed endemico.... vegetiamo solitamente in modo silenzioso quanto simbioticamente ci riproduciamo... in modo istantaneo!

Per mitosi siamo in grado di allagare (e non allargare) i nostri orizzonti rendendoli in origine ordinari, assolutamente sintetici e sterilizzanti, capaci (in bonis) di anestetizzare ed azzerare immediatamente in un "tutto": opinioni, sensazioni, eventi, reazioni e soluzioni.

Un insieme univoco matematico di realizzazioni anticipate, precorse, implicite, indicate ed infine esposte come autentiche reazioni umane ad altrettanti eventi eccezionali e subnormali... reazioni pragmaticamente e programmaticamente quanto apparentemente... del tutto non previste.

Un insieme quindi di frammenti realizzato a tavolino. Un coacervo di realtà, identità, coincidenze e corrispondenze composto esclusivamente da supposizioni (legittime o illegittime ma più che altro funzionali) che debbono e si accingono ad esser o meglio rimaner esclusivamente tali.

Supposizioni!!!

Un insieme del tutto finito (e infinito al tempo stesso) di emozioni, entro le quali ci si costringe imperiosamente ad esser misticamente e innocuamente uguali... per incapacità tangibile d'influenza nei perversi meccanismi di trasformazione della "Storia" delle identità individuali e collettive.

Per sindrome d'appartenenza? Per paura d'incontinenza? Per stress da rincorsa del successo? O per inevitabile nevrosi da raggiungimento di un infruttuoso, inadatto, inefficace, inadeguato "Trionfo" o "Tronfio Risultato"?

E' per uno di questi motivi che ci sentiamo incapaci d'incidere sulla Realtà?
O per altri che ancora non siamo in grado di esprimere e/o comprendere?

Al di là di ogni altra possibile e plausibile causa...tutto ciò resta un Enigma.
Un Enigma che si traduce irrimediabilmente in un "imperio" rispetto alla sincera e personale voglia d'introspezione della nostra esistenza.

Storie, eventi, episodi e fatti si trasmutano quindi in soggettive istantanee o "negativi" opachi di nebulose diapositive quasi mai in fuoco e certamente mai efficacemente inquadrate o sufficienti a riprodurre una consistente o palpabile "Verità".

Tanto parziali quanto altrettanto funzionali alle necessità di taluni che ne auspicherebbero il realizzarsi a loro esclusiva immagine e somiglianza.

Discendono così dal Monte Tabor i novelli discepoli, già serenamente Angeli assunti in cielo e pertanto autoincensati ed illuminati Satrapi regnanti in Terra!

E' così che evidentemente Essi creano dal nulla la loro sostanza e la loro irreprensibilità d'inquisitori.

Sontuosi nelle loro Filippiche e quindi immacolati nella qualificazione dei loro Principi e Dogmi.

Emergono inevitabilmente al cospetto dell'opinione pubblica quali Radicali e Viscerali estensori della Libertà. E nella loro determinazione... nella determinazione delle loro intime e personali priorità (troppo spesso e contrariamente coinvolte, convinte e convogliate con sommersi e ben celati ulteriori interessi) taluni presunti divulgatori immacolati inducono all'ignobile e si accingono al sospetto nell'additare al prossimo, salendo sul magistrale piedistallo dell'inutile e marginale inquisizione.

Un piedistallo mascherato da una spesso marcata sfacciataggine delle proprie inattaccabili posizioni rispetto al ruolo, alla posizione, al personaggio, alla funzione, all'atteggiamento o al registro che nel tempo si è tentati parsimoniosamente di costruire intorno a se stessi.

Una roccaforte che evidentemente si è sempre presunti essere intangibile, invalicabile ed ancor più inconquistabile...! E che in realtà (se sinceramente e incondizionatamente volessimo in libertà d'animo, cognizione di causa e comprensione o meglio padronanza del territorio) potremmo demolire in un singolo quanto singolare afflato!

Eppure!

Eppure Ci si astiene dal farlo!

Sarà per constatazione implicita dell'inettitudine sociale oramai ampiamente diffusa?
O sarà la triste conseguenza di quella viscida avidità umana che rischia seriamente di portare la Civiltà Moderna alla propria, definitiva consunzione?

Un quesito tanto affascinante quanto coinvolgente che rimarrà (probabilmente in eterno e con tutta evidenza) un assoluto interrogativo.

Al tempo stesso, tale scetticismo ritengo possa rivelarsi adeguato ed assai istruttivo rispetto all'analisi di questa stessa società in declino.

E non per colpa di un agente esterno: non previsto, non programmato o non contenuto.

Semmai per una conseguenziale negligenza ed incompetenza seriale, espressa (con tutta coerenza) da un élite al comando votata unicamente alla consacrazione e preservazione infantile di se stessa e del suo inutile e miserevole mondo. Un mondo che si presume tanto solido ed espanso quanto potrebbe rivelarsi assai fragile ed edificato su gracili, friabili se non del tutto effimere fondamenta.

Un mondo, una Civiltà (Moderna) conseguenzialmente, sommessamente ed implicitamente votata alla propria mediocre consunzione.

Una logorante, tremenda, avvilente e miserevole autodistruzione.

Può allora essere o scoprirsi come tale questa insidiosa realtà frammentaria che ci ostiniamo a vivere?

Può rivelarsi seriamente quale più minacciosa Nemesi della nostra esistenza espressa (in questo ignoto e scialbo angolo di mondo) da misere comunità rozze, meschine e provinciali...?

Una Nemesi che richiederebbe, assai più probabilmente, una vigilanza più concreta e circostanziata di quella che evidentemente siamo capaci (con tutta la buona e genuina volontà) di interpretare.

Una vigilanza capace di essere appunto sopra ogni cosa.
Al di là ed al di qua di ogni "cosa"!

Sia Essa riconducibile alla comunità vicina e cittadina o sia Essa ancor più capace di proiettarsi ed estendersi nello spazio e nel tempo, alla comunità globale e "mondiale", ossia alla terrea ed inequivocabile umana progenie.

Tutto ciò nel solo, esclusivo ed unitario tentativo di ricondurla alla gnosi originale... un tentativo mai probabilmente all'altezza o in grado di riflettersi nel limite intrinseco e convulso di uno scibile umano perso ed ormai alquanto contraddittorio.

Ed è per questo che... convinto del disinteresse generale verso qualsivoglia problematica che tenti di coinvolgere il nostro intimo interesse chiedendo parimenti un coinvolgimento "cognitivo" in campo...
restano "unicamente" due modi in cui uno Stato di Diritto, ossia una Repubblica, possano soccombere o altrimenti sopravvivere:

La burocrazia in primis...
Certamente... altera, austera, immobile, cimiteriale.
E
Lo Spirito Costituzionale "Usque ad finem" et in "Corpore et Anima Unus"...
Iscrivibile ed ascrivibile alla propria genesi identitaria, culturale ed esistenziale.

La Prima senza colpo ferire e senza dubbio alcuno di smentita quale morte assodata della reattività civile alle umane organizzazioni sociali!

Il Secondo quale speranza o unguento misericordioso rispetto ad un incoscienza, sfrontatezza e sfacciataggine comune o comunemente riscontrabile nelle organizzazioni solitamente umane!

L'ignoranza e l'arroganza, indissolubilmente prime per inevitabile collocazione nell'affrettata, affettata e superficiale o inesistente analisi delle masse.

Il tentativo di consapevolezza e capacità critica indiscutibilmente ultimo nella ricerca della gnosi propria delle personalità singolarmente votate al martirio della comprensione prima ed ultima delle "cose".

Ed infine... il Terzo Incomodo ossia colui (o colei) che giace nell'eterna assenza di consapevolezza!

Un assenza vittimistica e/o opportunistica quanto colpevole o colpevolmente altezzosa e prepotente che rischia senz'altro di tradursi in una temibile mistificazione degli eventi. Una terribile quanto altrettanto deprimente, esplosiva ed inconsapevole mistificazione dei fatti, delle vicende e degli accadimenti che si susseguono attorno a noi e che, in un certo qual modo, ci rendono nostro malgrado protagonisti inutili.

Che sia allora l'egocentrismo egoistico individualista... avidamente eterodiretto... la genesi di tutti i nostri mali?
Una genesi capace di esprimersi in un unica e totalizzante summa:
L'uomo è solo e tutto ciò che è in grado di distruggere?!?

Riemerge fondamentale pertanto Qui il quesito.

Ci sono due modi in cui muore uno Stato di Diritto... erede, proprio malgrado, di una Repubblica ormai sull'orlo all'oblio:

Il primo è l'incomprensibilità...
Il secondo e incommensurabilmente appropriato rispetto all'analisi presente di tale infima contemporaneità... è l'implacabile presa per il C,,,!

Una Repubblica muore tra le mani dei suoi detrattori seriali.
Traditori della causa Costituzionale abilmente ed amabilmente camuffati da sostenitori della Civiltà Moderna: Super Partes!

I Super Partes capaci di essere a favore e contro nello stesso tempo ma incapaci di esprimere un dissenso o assenso circostanziato ed evidente rispetto a qualsivoglia specifica esigenza di Vita... Singolare o comune,
Esistenziale o sociale,
Essere o Avere,
Questo il dilemma... dell'umano divenire!

Elmoamf

Post Scriptum---

Vorrei esternare...
Ma qui la risposta è bella è pronta per me che bazzico le "luminarie": la Repubblica è morta con Cesare-Ottaviano-Augusto e non è mai più risorta!
Ogni tentativo di risorgimento: dal fideistico Immanuel di lontana terra promessa al sacramentale Ottone I di austera affermazione... passando per il Simbolico Carlo Magno di meta era per finire nel metastatico Reich da oltre terzo millennio...
Ogni tentativo risulta essere evidentemente svanito nel nulla della dissoluzione umana che troppo spesso al tempo ed allo spazio soggiace mentre all'avido universale accondiscende!

Ogni occasione di interpretazione altra della realtà risulta, infatti, vittima dell'illusione.

Sia Essa l'occasione orientale del subalterno sacrificio.
O si riveli essere la presunzione del tutto occidentale del predominio umano dell'intelletto oltre il subliminale divenire.

Ogni realtà si rivela subalterna all'interesse personale ed in quanto tale vive di morte propria... o diversamente crepa di esistenza inconsapevole.


martedì 6 settembre 2016

Funghi di fine estate

La sagra suona la campana a morto.
E' forse per questo che quest'anno si è ritagliata un misero spazio antistante un cimitero?

Di certo un luogo tranquillo e ben tenuto.
Il cimitero... intendiamoci.
Probabilmente uno dei pochi da queste parti...
Dove i "party" con i fichi secchi ed i "fritti" di seconda mano, serviti con olio rigorosamente riciclato, contano (o meglio contavano, fino a non molto tempo fa) molto "più danaro" di ogni singola e residua goccia di civiltà e benessere comune che il tempo fosse in grado di esprimere e valutare.

Affermazioni dettate senza dubbio da un profondo rammarico per un presente che ha perso il proprio passato o forse solo intime considerazioni per un passato che del presente non è stato in grado di essere all'altezza.

Per me che, in più di un decennio di appartenenza a questa comunità, mai un anno prima d'ora fu disertata quella sagra di paese che, per antonomasia, consideravo simbolo e folklore di una precisa appartenenza cittadina!

Ricordo con malinconia i tempi del "Loricina". I primi degli anni duemila in cui feci sponda da queste parti.

Discreta quel che basta da attrarre genuinamente il palato e al medesimo tempo interrogativamente invasiva.

Evidentemente, ancora personalmente digiuno di questo luogo:
Ameno... ma non troppo.
A misura d'uomo... fino ad un certo punto.
Conciliante solo a patto di non pestare il piede sbagliato.
Tranquillo solo se e fin quando non si sia costretti ad impattare nel bullo "organizzato" di turno.

Insomma discreti aspetti romantici di un paese appesantito ed accompagnato dalle scomode ombre del malaffare.

Quello degli enormi sotterfugi e sottoboschi politico-affaristici di quartiere che meglio si attagliano a ritagli o miseri feudi di questo o quel clan di dubbia provenienza, di scarsa intelligenza e di totale assenza e capacità empatica.

Nettuno: una perla d'altri tempi persa nella sabbia del potere fine a se stesso.

Un potere in disgrazia in grado di rappresentare null'altro che il fallimento della propria umanità nella ricerca di una Civiltà mansueta che certamente non esiste.

E non perché gli individui di tal società e la società stessa non siano stati capaci di scendere a determinati ed indeterminanti (anarchici ed opportunisti) compromessi quanto perché il padrone di quegli ineffabili compromessi è rimasto totalmente ed indissolubilmente il caso ossia il caos!

Una Civiltà Umana ben più che seppellita da un cinquantennio di perbenismo consumista che tutto ha ridotto al nulla del soddisfacimento immediato.

Al di là di ogni ideologia irrimediabilmente consunta ed al di qua di ogni sperabilmente lucida presa di coscienza della propria misera ed inutile presenza nella propria immediata quotidianità.

La Civiltà dei buonisti samaritani come dei carnefici Faustiani, il tutto intriso in una tipica salsa Holliwoodiana ove il lieto fine rimane confinato in una farsesca sfumatura della realtà,

Una "manica" di sufficientemente idioti arroganti che si aspetta indiscutibilmente che tutto il resto del gregge... di appartenenza alla comunità... sia composto da altrettanti idioti santi, compassionevoli e remissivi.

Un quadretto idilliaco che, per chi aspira a governare, rappresentava il lasciapassare ad una inutile quanto manifesta occupazione del "vuoto suolo pubblico" il quale, finché economicamente è stato in grado di rendere altrettanto è stato in grado di lasciar prosperare il "nulla". Un nulla indubbiamente e indiscutibilmente condito dal buon aroma di una fettuccina a prezzo stracciato.

Oggi (alla luce di diverse intese o contese) quella "fettuccina" miseramente retrocede a manifestazione estemporanea di una trattoria il cui sapore si disperde e lascia il tempo che trova.

Segno dei tempi che "avanzano" o degli anni (il primo per me) che difettano in interesse e sostegno verso simili, sterili e sacrificabili, iniziative.

Anni d'amarcord... In cui la sagra si rivelò un'occasione sprecata profusa con i migliori auspici in un "tempo" evidentemente sopravvalutato!

Con tristezza...

Elmoamf

lunedì 15 agosto 2016

Compatibilità incompatibili e Incompatibilità compatibili

Il volto della mediocre Ipocrisia mostra sempre il suo meglio, il suo splendore, quando viene messa alla prova?
Richiamata alla sua velleità superficiale, quale simbolo unico ed universale del volto umano, difficilmente o purtroppo, sarà capace di disattendere le attese.

Quell'Ipocrisia che nell'evidenza si afferma, nelle circostanze si avvalora, nei fatti si esplica.

Che sia evidente il fatto che nessuno abbia veramente a cuore il bene di una comunità dovrebbe costituire un elemento certo la cui circostanzialità, comunque espressa, difficilmente potrebbe essere messa in discussione.

Eppure quell'ipocrisia (pervicace, esperta ed esposta) portavoce errante, narrante ed assai convincente di una forma conservativa della realtà, sufficientemente conformistica da accettare limitate contraddizioni ed innovazioni in ogni modo capaci e funzionali nello stordire definitivamente un popolo stanco, provato, segnato... da eventi ineludibili o indelebili... un popolo costantemente errante e ramingo. Un popolo in cerca di una sicura dimora... inevitabilmente in cerca di una fondata identità... inequivocabilmente in cerca di un cedevole e tranquillo approdo ove poter custodire le proprie ormai fragili membra...

Ecco che una tale (malforme e multiforme) ipocrisia sarà in grado di raggiungere quelle vette... se non superare quei limiti... d'espressione di una realtà che abbia già inevitabilmente valicato ogni nostra superiore aspettativa!

Limiti oltre i quali noi umani (singolarmente vaneggiando e analizzando) non saremmo mai in grado effettivamente di andare, comprendere e concretamente affrontare.

Poiché di una comunità non ci sentiamo realmente parte.

Assorbiti totalmente da un'involuzione egoistica del nostro divenire il cui unico centro focale è rappresentato dal nostro singolo ed avido interesse personale.

E' evidente, in tal frangente, che nessuno abbia mai avuto veramente a cuore il bene di una comunità.

Perché in realtà di una comunità mai e poi mai abbiamo avuto l'intenzione, la volontà o l'obiettivo di appartenere e quindi di sentirci seriamente parte!

Ahimè... Ne son piene le cronache della nostra incapacità di far fronte comune alle umane necessità.

Ognuno di noi preso dalle proprie volubili opportunità, in cui il fronte comune rappresenta solo ed unicamente la propria, quanto vacua, porzione di vanità!

Quella inutilità socialmediamente espressa dalla nostra capacità di essere inutilmente presenti nella storia,

Quella storia da altrui mediata, diretta e condizionata!

Siamo solo un massa informe di individui che lottano per se stessi ed al massimo per il loro clan.

Un clan che talvolta o forse (tragicamente spesso) sconfina nella criminalità "diversamente" organizzata.

Siamo una massa informe,,, destinata probabilmente all'estinzione!

Perché è questo quello che succede quando una comunità smette integralmente ed intelligentemente di interagire come tale...

Semplicemente si Estingue!

Meditiamo "Gentes"... inutilmente informe...

Poiché come alguien dijo:
"La historia es un juez implacable y no perdonará nunca a nadie que no intentará cambiarla..."

Elmoamf

venerdì 12 agosto 2016

Rifiuti Coast to Cost



Peccato per il reportage mancato.

Un catalogo fotografico sullo scempio incondizionato ed incontrollato del territorio avrebbe espresso al meglio lo stato dell'arte sulla nostra tanto vantata Civiltà.

Uno status per il quale Cicerone o Democrito avrebbero certamente potuto sentenziare il fine del loro percorso di oratoria e ricerca scientifico-filosofica sull'essere e il divenire umano.

Uno status sul quale non vi sarebbe null'altro da dire se non procedere con una secca sentenza:
Siamo condannati ma spavaldi riteniamo di essere sopra ogni cosa: Immortali.

Ahimé, immortali non siamo o perlomeno ancora non è dato saperlo...

Ma ignoranti, arroganti, villani e maleducati... quello sì... che è un ruolo che sappiamo ben interpretare.

Colmi di boria a bordo delle nostre auto luccicanti, spesso uniche o meglio unico motivo della nostra vita... assieme alla squadra del cuore, al cellulare e all'altrui individuo nemico (che non dovesse piegarsi alle nostre volgari regole) da insultare e costantemente maledire.

Siamo colmi di boria e quindi riteniamo che pulire sia compito di qualcun altro mentre sporcare sia un diritto sancito dalla costituzione libertaria.

Non ci preoccupiamo neanche di comprendere quale significato possano assumere o valere i termine Libertà e Costituzione e quali e quante declinazioni decadenti essi possano aver nel tempo accumulato e fatalmente assorbito.

Non ci preoccupiamo neanche o meglio affatto di soffermarci sul significato o sulla comprensione di ogni minima cosa esistente... tanto presi dal nostro Io predominante, intorno al quale ogni cosa debba necessariamente risplendere...

E se così non fosse?

Certamente non è e mai sarà colpa nostra.

Perché non è nostro il Dovere di far funzionare la Società ma nostro è certamente l'unico e sacrosanto Diritto di...

Distruggerla!

Ai posteri l'ardua sentenza.

Elmoamf

martedì 26 luglio 2016

Gli Uomini delle Ideologie

Nel regno animale si agisce sovente d'istinto.
L'istinto imprescindibile di sopravvivenza.
Si protegge il territorio.
Si protegge e si accudisce la progenie.
Talvolta o sempre si agisce in difesa del gruppo o meglio della specie.
Di fronte ad un nemico esterno, infatti, le barriere interne crollano per far posto all'istinto comune univocamente percepito a salvaguardia della propria "identità".

Nel regno umano, diversamente, si agisce per opportunità!
E' curioso notarlo ma l'istino umano si rivela ineffabilmente opportunistà.
Di quell'opportunismo mellifluo spesso del tutto artificialmente costruito.
Anche se o quando l'opportunità comporti (quasi inevitabilmente) una "sottomissione" ovvero un compromesso ai limiti stessi dell'esistenza, la soppressione della nostra stessa esistenza in qualità di genere umano.
Ecco, anche in quel caso, l'opportunità continuerà ad essere la scelta prediletta!
Una scelta folle e condizionata da forze esterne mai del tutto comprensibili o una scelta idiota effettuata consapevolmente da utili idioti?
E' una domanda alla quale è impossibile rispondere ma sono certo che alcuni di Voi sapranno argomentare nobilmente e con cognizione di causa ogni loro scelta nella vita che abbia incluso compromessi!

Intendiamoci, non si sta demonizzando il compromesso in questa sede ma semplicemente analizzando una certa tendenza del comportamento umano. Un comportamento sempre più volto all'autodistruzione programmata, consapevole o inconsapevole che sia, in cui l'opportunismo dettato dall'interesse o dal quieto vivere è riuscito a partorire ideologie o meglio uomini plasmati di ideologia di cui non comprendono o abbiano mai concretamente compreso il benché minimo principio o fondamento.

Sotto accusa infatti non sono le ideologie ma gli interpreti stessi, Uomini, che le hanno incarnate come automi inutili ossia sciocchi e stupidamente indottrinati. Condizionati e Programmati da se stessi per agire in totale spregio del proprio essere e della propria identità. Cosa o meglio comportamento che un qualunque "esponente o rappresentante" del mondo animale sarebbe mai in grado di adottare.

Abbiamo detto dell'istinto di sopravvivenza di quest'ultimo che lo spinge ad agire, in primis, in nome della specie.
Anche l'Uomo lo possiede!
L'istinto di sopravvivenza è indubbio anche nella specie umana.

E' quel tocco del male targato opportunità che ne inchioda le azioni al palo sacrificale dell'idiozia razionale.

Si disse che l'uomo dominò il mondo perché capace di elevarsi, grazie al proprio intelletto, sopra le altre specie esistenti e sottometterle alle proprie regole.

Chissà?
Chissà se quelle regole, visti i tempi che stiamo vivendo, daranno invece ragione al solo ed unico istinto animale?

Elmoamf

sabato 23 luglio 2016

La tela del Ragno

Mi rendo conto, miei esigui interlocutori, che il nostro sia uno spettro limitato.

Un Comune, una realtà micro-cittadina in un complesso di intrecci, idee ed interessi più grandi di Noi.

Ciò non toglie che dal piccolo nasce il grande, come una certa filosofia orientale astutamente, anzi genuinamente, ci insegna.

Pertanto ogni grande opera nasce da un piccolo, coraggioso, temerario, incosciente.,. passo.

Il nostro spettro oggi è limitato: la nostra misera comunità di avventori della tristemente ridente Nettuno.

Ma il nostro spettro non demorde, nonostante le difficoltà, le pressioni, le precarietà, le ipocrisie, le inettitudini di una comunità colpevolmente assente quanto criminalmente accomodante.

Il nostro spettro impunemente tenta di rimanere vigile. Vigile nei confronti di una realtà che tenta il tutto per tutto per farlo, per farci, soccombere.

Il nostro spettro non si limita, semmai si frammenta. E nella frammentazione trae verso l'inganno della confusione il proprio presunto interlocutore. Eppur palesando le proprie strategie, nel trucco occulta le proprie sinergie. Poiché è nel manifesto e nel noto che si quantificano le proprie forze e risorse che difficilmente si è in grado (nell'immanifesto e nell'ignoto) di affrontare con i propri limiti e le proprie difficoltà.

La tela del Ragno è lì pronta per accogliere l'interlocutore che della tela saprà apprezzare la fattura, gli intenti, i presupposti e gli  obiettivi.

Diversamente ascolterà gli ignavi, i collusi, gli opportunisti di mestiere, i qualunquisti o i banalisti di inutile presenza che aspirano ad esprimere solo sterili opinioni.

Il mio giudizio, lo riconosco, è Assai perentorio ma sono stufo di vivere in un mondo di approssimative cavallette come in un alter-ego di lobotomizzate formiche operaie.

Se concretamente ognuno di Noi vorrà aspirare alla libertà ed alla libera espressione di se stesso nel rispetto della propria comunità esistenziale... se concretamente ognuno Vorrà...

Allora saranno dolori e cz... amari per tutti!

Perché libertà, comunità ed esistenza non hanno mai tentato di fare rima o comunella tra loro... neanche per ironico scherzo della sorte!

Elmoamf

Consiglieri Comunali e Spirito di Servizio

Anche se incapace di comprenderlo in prima persona, immagino quanto possa essere impervio il lavoro del consigliere comunale.
Le pressioni, a torto o ragione, si fanno asfissianti da ogni dove.
Le persone comuni ritengono di ottenere canali preferenziali anche per le inezie o le facezie (che essi ritengano tragicomicamente preminenti) se riescono a mettersi in contatto col il doge di turno attraverso intermediari che presumono (spesso a torto) privilegiati.
Altri, che si ritengono di maggior peso e rango, ostentano connessioni e vantano privilegi, benefici o intercessioni che solo loro sono in grado di ottenere.
Quello che viviamo è evidentemente un mondo profondamente infido e fazioso.
Un mondo in cui si annida il male ed in cui il male si esprime in armonia con l'incapacità delle umane genti di affrontare i propri fantasmi.
E' un mondo privo di coraggio.
Il coraggio della perdita e della privazione.
Un mondo intriso di scappatoie e di vie d'uscita... edificate per chi accetta compromessi ai limiti della comprensione esistenziale.
Costruite su misura per chi è disposto ad abicare al proprio onore in nome di una sopravvivenza fine a se stessa.
Una sopravvivenza senza spessore.
Una sopravvivenza volgare, spuria, illegittima.
Una sopravvivenza al soldo dell'inquisitore cui sarà legittimata ogni nefanda azione... in nome appunto della propria sopravvivenza.
Quale significato ancestrale ha o debba avere allora (scientemente) il termine "sopravvivenza"?
Mi chiedo da profano, da profano della scienza della vita che onestamente non sento affatto appartenermi?
Quale significato... se non la eterna ed effimera comprensione della propria presenza su questo suolo?
Una presenza che non può essere casuale nella misura in cui la casualità non è figlia del caos primordiale della creazione ma, più probabilmente, legittima conseguenza di una scelta ponderata di distribuzione di specifiche opportunità: quelle opportunità dell'esistenza, della materia, della realtà!
Ognuno di noi assume una determinata "posizione" in questo tempo: il proprio tempo, il suo specifico tempo, il suo preciso, inequivocabile e circoscritto tempo di espressione della propria realtà esistenziale... in alti termini il suo tempo umano.
Sarà quindi esclusivamente nostro l'onere ed il dovere di fornire ad esso un congruo, adeguato ed idoneo significato!
Buon lavoro consiglieri comunali e che il sacro discernimento sia con Voi!

Elmoamf