Nettuno Porto e Borgo

Nettuno Porto e Borgo

lunedì 29 settembre 2014

Speculazioni di tarda estate

Mi inerpico in speculazioni di tarda estate.
Di tramonto di un'epoca, nella nascente anarchia!
Peccato, però, che il sonno mi avvolga in un abbandono al riposo, sempre più necessario dopo vigorose giornate passate a batter dietro la notizia ma anche al necessario lavoro per mantenere il focolare.
Ma prima di cedere alle delizie o meglio necessarie osservazioni e pressioni premurose di Orfeo, vorrei lasciare e lanciare nell'etere altre emblematiche osservazioni.
C'è un piatto forte, forse o meno evidentemente, che si gioca in questa ridente cittadina tridentina. 
Spalmato su tre aree che più o meno, per contiguità ed interesse, tra esse confinano:
Concessioni demaniali
Edilizia urbana residenziale
Edilizia commerciale pubblica e sociale.
Su queste tre partite girano entusiasmi su cui si acclama o si cerca di acclamare, richiamare ed adunare la gente contro questo o contro quello.
Un tavolo verde sul quale probabilmente girano diverse "fiches" di rilevante spessore e cabotaggio.
Probabilmente non ce ne rendiamo conto, troppo presi e giustamente da un parcheggio, da un teatro o da un piazzale lasciati perennemente a loro stessi.
Con condimento di rifiuti tutt'intorno.
Quegli stessi rifiuti gestiti da uno smaltimento in cattivo odore imprenditoriale da più di un decennio!
Ecco, forse il nodo che arriva al pettine è tutto qui.
L'interesse quando si fa cattiva gestione viene reclamato a miglior indirizzo cercando di scartare e quindi scoraggiare ogni percorso che possa essere in grado di far giungere allo scoperto le opacità in tutto il loro spessore.
Perché nell'opaco si può continuare tranquillamente a lavorare o meglio intrallazzare.
Viviamo un epoca in cui ci vien privati continuamente di elezioni legittime a livello nazionale.
Con capi popolo assurti alla fama ed al potere, spesso e solo grazie alle favole di un Twit od a voraci e mediatiche battute estemporanee quanto accattivanti enunciazioni da Social Network, da Video Maker o Video Player.
Eppure, in questo scorcio di fine estate nulla potrebbe allarmarmi di più di nuove e libere elezioni!
In un contesto in cui un certo accanimento e fervore di popolo concupito potrebbe dare il là ad ulteriori e nefaste spartizioni.
Spero sinceramente di sbagliarmi ma l'istinto mi costringe a rimanere con le orecchie puntate e con i sensi perennemente all'erta.
E nel contempo spero di sbagliarmi...
Ciò non toglie che una nuova generazione di politici e controllori dovrà farsi forza di emergere e far emergere nella denuncia e nella dissociazione e nel contrasto e nel coraggio ogni congrega di criminali, corrotti e corruttori.

Elmoamf

sabato 20 settembre 2014

Storie d'appalti di "Mezza-Estate"

Ecco una vicenda che si gioca tutta sul campo di bocce delle sabbie mobili.
Quel campo dove tiri il boccino e quello rimane lì, fermo, immobile, statico, intoccabile, eterno ed infinito. Mentre tutti coloro che lanciano le bocce, tutt'intorno, da quell'eterno ed infinito vengono folgorati. Risucchiati e crocifissi come manguste: dal lancio, dalle stesse bocce, dalla sabbia o dal contorno di acclamanti, acclamatori, "Acclaratori".

Già gli "Acclaratori"!!!

Questa nuova casta di sentenzianti che giustamente non può non farsi pregio della propria capacita di constatare... Il torbido in cui vive.
Un torbido ed una casta di cui forse ed inevitabilmente son parte.
Quel torbido di quel mondo in cui ognuno di noi sguazza o è costretto a farlo (nel migliore dei casi) o fustigato a parteciparvi.,. nel peggiore!

E nei sottostanti gironi danteschi? C'è chi si accapiglia per tornarvi a partecipare...

Questo mondo di Ladri! Cantava disincantato il Venditti.
E non aveva tutti i torti anzi non aveva torto affatto ma ragione da vendere.
Constatandolo a posteriori ma anche ad anteriori, in via d'itinere, divenire, pontificare e profetizzare.

Ladri e burattini, attori burleschi sullo stesso palco, calcando la stessa scena come pagliacci tristi, condannati ad un sorriso appunto eterno quanto drammaticamente tragico e grottesco!

Parlo, in tal frangente, delle procedure d'accesso ed assegnazione.
Procedure d'accesso alle gare d'appalto e regole d'assegnazione delle stesse.

Chi determina le prime?!?
Chi decide sulle seconde?!?

Come (indiscutibilmente) dovrebbe evincersi ma come (altrettanto) non propriamente ed ovviamente si esplichi una gara d'appalto rimane tuttavia un mistero!

Un mistero tanto nell'evidenza delle regole quanto nell'ovvietà della discrezione seriale e collaudata.

C'è da chiedersi (propriamente) se coloro i quali siano e sono chiamati a svolgere un ruolo di servizio pubblico si sentano effettivamente e contestualmente chiamati ad un comportamento Alto e Nobile?Tale che si consumi interamente in quello stesso spirito.
Svolto in primis nei confronti di se stessi ed "omnia et universorum" nei confronti della propria comunità.

Ma non c'è verso... Là, dove l'interesse coltiva l'inganno e quest'ultimo alimenta la fantasia del falso riscatto... Allora non c'è verso.
Non c'è "Verso" che garantisca solidità ed irreprensibilità di comportamento.

Non v'è verso!
Se non il sacrificio ultimo della morte.
Santo e Sacro Martirio!

Perché la coscienza si consuma in infinitesimali punture di necessità.
Fatte di parenti ed amici e bisogni e contingenze ed opportunità e treni da prendere al volo... che la vita è breve come di norma conseguenzialmente è breve la presunta integrità!

Integrità morale, onestà intellettuale, irreprensibilità politica e sociale.

Ragazzi miei tutti... siamo in un cono di bottiglia.
Siamo nel vortice dello sciacquone.
E bisogna stare attenti... non tanto a chi premerà il bottone per la fogna (che tanto potrà essere indistintamente ognuno de'noaltri) quanto a quanto sarà forte lo gettito che sparerà la melma co' l'acqua putrida e quella sana pe' fa la pulizia, sicché nel gettito se possa salva quanto meno lo fijo che n'giorno rintuzzi tutte le crepe!

Ma quante crepe "amo" creato?

Troppe!

Ormai è giunto il tempo di tirar le somme.

Qualcuno sa' indicarmi la strada per l'Arca?
Ah sì, da quella parte... Ah no quello è il burrone... e più in là il diluvio...

Che il buon Dio abbia per noi reietti quella tanto sperata e fideistica compassione!






mercoledì 3 settembre 2014

Nettuno: tra una realtà surreale ed un apoteosi apocalittica

Nettuno: tra una realtà politica surreale ed un apoteosi cittadina apocalittica
Una comunità allo sbando che tranquillamente non dimostra di esser tale


Al grido di "siamo uomini o caporali" quanti uomini ingenui sono partiti per soddisfare gli onori e gli interessi dei caporali?
Ricordo il leitmotiv di un film di quando io ero un ragazzo: "Nessuno può chiamarmi fifone!"


E per istintiva quanto emozionale reazione a quella "infamante" accusa, fiera era l'affermazione, la rivendicazione, la convinzione che nessuno avrebbe dovuto e potuto osare tanto.
Ma, in genere, quell'accusa era figlia di atti violenti (verbali o fisici) di bulli che erano in grado (nella loro piccola scienza) solo di saper puntare un dito od una mazza, magari gli ennesimi di una vita fatta di frustrazioni o prevaricazioni.
Un dito puntato spesso da qualcuno che nella sua intollerante ed arrogante acredine riteneva di essere totalmente al sicuro ossia nella più riguardevole ed autorevole delle posizioni: quella dell'intoccabile!

Ebbene quella posizione è una posizione che non invidio affatto.

Non invidio le persone con il dito puntato.
Non invidio il bullo o l'arrogante di turno che afferma la propria necessaria verità.
Non invidio neanche colui che si erge come paladino di una verità e per ciò tanto accusa tutti gli altri di falsità.
Non invidio l'untore.
Non invidio l'imbalsamatore di teste o di corpi come l'untore o imbalsamatore di commenti o di atti fuori bilancio macchiati dalla colpa della "prebenda".

No... non li invidio!

Non li invidio perché ho imparato che in ognuno di noi alberga o meglio cova il risentimento del giustiziere.
Un giustiziere che è un po' paladino ed un po'mariuolo.
Un poco guardia ed un poco ladro.
Un poco Nico Giraldi e un po' Er Monnezza.
Un poco salvatore e troppo spesso vendicatore.

La vendetta anima il risintemento e non rende i caporali uomini ma solo servi di un istinto primordiale.
Un istinto che, equivocando, chiamiamo giusta emozione ma di cui altri "spregiudicatamente" si servono oggi chiamandola giustificata indignazione.

E per lo stesso gioco delle tre carte, l'indignazione diventa pretesa di "verità e giustizia" mentre inconsapevolmente così come serenamente e drasticamente, la pretesa diviene presunzione e poi soverchia ed infine rigetto di quella stessa "verità e giustizia" che non sposerà il nostro pregiudizio o interesse particolare.

Sul rogo non fu bruciata solo Giovanna D'Arco ma soprattutto una sperabile libertà di pensiero.
Quella libertà che non fa capo al giustizialismo ma alla filosofia intrinseca della vita.
Fa capo al sottosuolo intrinseco dell'esistenza umana.
Un'esistenza che non si riduce evidentemente nel soliloquio animato dal baracchino burattinesco dei buoni e cattivi.
Tanto meno può annichilirsi nello gnosticismo atavico hollywoodiano che definisce il tutto come l'esistere nell'eterno bianco o nero, bene o male.

La vita non è un assoluto imprescindibile, là dove l'assoluto rappresenta da un lato l'arcano e dall'altro l'onnipresente ed onnipotente "mito" che detta la sua indiscutibile legge sul destino.

La vita è ciò che ti succede mentre stai facendo altri progetti... (diceva qualcuno).

Di certo la vita non si esaurisce e mai si potrà esaurire di fronte al "signorotto" di turno.

Chi si ostina ancora a pretendere la verità di certo (personalmente ragionando) farebbe meglio a non cercarla con il dito puntato. Ergendosi a giustiziere e così sostenendo questo o quel tal'altro volgare, furbo o colto signorotto locale.
Perché troppo labile si rivelerebbe tale verità tanto da poter facilmente esser confusa o travisata o scambiata o inevitabilmente identificata (quel tanto appunto che basti) da rivelarsi come una verità di comodo, tanto per il giustiziato quanto per l'inquisitore.

Chi si ostina nella verità forse dovrebbe essere in grado di andarne oltre... e quindi prima di giudicare, "saper" o tentare di comprendere.
Prima di reagire, "saper" o cercare di ragionare.
O, nonostante la reazione istintiva, "saper" trovare il modo di discutere e pervenire ad una conciliazione.

E non perché ci si debba sottomettere al volere di un presunto padrone, all'interesse di un intrallazzatore o al guadagno di uno sciacallo speculatore.
Ma perché solo chi agisce realmente per migliorare le cose... prima di abbattersi contro il prossimo col suo dito... cerca di proporre ed individuare una soluzione.

Certo, pretendere un sacrosanto riconoscimento di "responsabilità" e poi, ove necessario, una doverosa ammissione d'incapacità o inadeguatezza... sarebbe la perfezione del sublime.

Ma siamo certi che basterebbe una pubblica gogna dei reietti per risolvere tutti i problemi che ci si trova a dover affrontare nella quotidianità? Una quotidianità fatta di difficoltà personali quanto di ostacoli, impedimenti ed intralci sociali?

I problemi si affrontano e si risolvono cercando soluzioni e non capri espiatori.

Una buca non si riempie da sola.
Una piazza non si ripiastrella sa sola.
Un teatro od una piscina non si allestiscono da soli... e neanche per bontà divina.

Che chi debba pagare per le proprie azioni... paghi!
Confidando nella giustizia.
Che se non lo sarà di questo mondo, probabilmente non mancherà o tarderà in un altro.

Ma, quantomeno, che la saggezza, l'onesta e la voglia di risolvere e ricostruire sia in grado di maturare sana nei nostri cuori.

Di roghi ne abbiamo avuti e ne abbiamo già abbastanza, sparsi in giro per il mondo, in ogni dove nel globo... ed in ogni dove sempre più a noi vicini e minacciosi.

Focolai di ribellione e di protesta o di presunta ribellione e protesta e fomentata tale.
Sospinti da forze che ancor oggi ci è difficile comprendere e catalogare... eppure tutte e tutti forieri di dolori, sacrifici e privazioni che probabilmente ora non siamo neanche in grado d'immaginare.

D'altronde un tetto sulla testa ancora ci copre ed un piatto di pasta ancora fuma di un sapore antico e lieto sulla tavola e per alcuni anche un pezzo di giardino dove coltivare una pianta di pomodoro per la salsa o l'insalata di stagione.

Sarebbe un vero peccato se dovessimo sprecare tutte le nostre energie per abbattere qualcuno di avverso considerato come l'acerrimo nemico anziché edificare qualcosa di buono considerandolo l'obiettivo più gradito.

E spero non ci si fermi di fronte a nessuna forma di criminalità, singola od organizzata e che sia privata o di stato o che sia nostrana od importata, che sia di destra o di sinistra o atlantica od oltranzista.
Poiché qualsiasi tipo di criminalità va osteggiata e combattuta e conseguenzialmente rigettata, sia nella forma che nella sostanza.
E quindi tanto e soprattutto nella più sibillina "forma" verbale quanto nella più ovvia e concreta "sostanza" fisica.

Nell'era della mediazione tecnologica, le bombe ad orologeria non si seminano più solo sulle strade od autostrade dove giudici in prima linea (di fatto indifesi) hanno dato la loro vita... o con colpi d'arma da fuoco sparati a sangue freddo su di un marciapiede urbano contro servitori fieri ed integri dello Stato...
Quello stato con la S un tempo maiuscola e sulla quale sovente sorvoliamo ma a cui fu coraggiosamente offerta da costoro la vita in nome di un riconosciuto e sperabilmente diffuso credo ed operato.

Nell'era della mediazione tecnologica le trappole nocive e letali si piazzano ormai sull'internet 2.0.

Per questo mi chiedo se la comunità dei social media sarà realmente in grado di costruire il futuro o se si renderà più facilmente e solo... "gretta" protagonista dell'efferata quanto dissennata, incosciente ed esaltata distruzione della presente civiltà!

Elmoamf