Nettuno Porto e Borgo

Nettuno Porto e Borgo

lunedì 26 settembre 2016

Super Partes

Ovvero l'involuzione della civiltà contemporanea verso una sontuosa, mirabile, farsesca, iconica, sublime... scomparsa.

Scettici.
Si, siamo scettici.
Scettici per natura o istintivamente intransigenti per sutura o statura: morale, etica o esistenziale.

Coloro che si accingono ad intraprendere l'estremo e fausto mestiere del divulgatore (per sincera passione del vero o inevitabile inclinazione naturale) difficilmente risulterebbero disposti  a scendere a patti con quel diavolo umano del "far notizia" ma inevitabilmente sceglierebbero lo scomodo e precario ramo d'attesa degli scettici!

Diavolo il primo, per l'appunto, perché capace in se stesso unicamente di mieter vittime o successi grazie ad una ineffabile e sfrontata contraffazione degli eventi. Precario e sacrosanto il secondo, perché basato unicamente sulla fede nei propri mezzi: di comprensione, d'immedesimazione, di interrelazione gravida con il prossimo e con la realtà circostante.

Eppure!

Eppur si muove... asseri "Bebbo Galileo" dopo aver sorseggiato, scoraggiandola ironicamente, un'alcolica Fanta!

Così "Noios" ci apprestammo ad essere o forse ci apprestammo ad asserire... in funzione di pessimi artisti dilettanti ed altrettanto improvvidi registi incompetenti di un biasimevole ed innominabile fato... ci apprestammo ad essere o forse ci apprestammo ad asserire quel che recita un detto ormai scontato e stantio tratto dalle reprimende "finzioni" d'oltre Oceano Atlantico:

La realtà supera a volte (anzi troppo spesso implacabilmente) la fantasia!

Una fantasia tanto onirica, raccapricciante ed agghiacciante quanto comicamente suadente, "splatter" e cinematografica.

E' così allora che ci si scopre, nella propria debolezza, essere... inconfutabilmente rigidi nei giudizi, sontuosamente avversi alle contestazioni, sommessamente ostili alle contraddizioni, alle contraffazioni, alle ipocrisie sottili e quindi digeribili, in un Universo umanamente dispotico e computisticamente immutabile, dettato da matrici di fase e di base ciclicamente irreversibili e perbeniste, forgiate a doppio nodo nel riduzionismo olistico.
Un riduzionismo quindi che non lascia scampo ad ulteriori interpretazioni rispetto alla propria realtà dettata, universalmente ridotta e conformisticamente accettata.

Ci si riscopre allora rigidi... unicamente per partito preso e (o per inverso opposto) inevitabilmente sobri nella definizione di determinati valori. Soggettivamente, sopportabilmente e soppesatamente a favore stimati.

Uhm.......!

In un simile ambiente asettico, vaneggiante ed endemico.... vegetiamo solitamente in modo silenzioso quanto simbioticamente ci riproduciamo... in modo istantaneo!

Per mitosi siamo in grado di allagare (e non allargare) i nostri orizzonti rendendoli in origine ordinari, assolutamente sintetici e sterilizzanti, capaci (in bonis) di anestetizzare ed azzerare immediatamente in un "tutto": opinioni, sensazioni, eventi, reazioni e soluzioni.

Un insieme univoco matematico di realizzazioni anticipate, precorse, implicite, indicate ed infine esposte come autentiche reazioni umane ad altrettanti eventi eccezionali e subnormali... reazioni pragmaticamente e programmaticamente quanto apparentemente... del tutto non previste.

Un insieme quindi di frammenti realizzato a tavolino. Un coacervo di realtà, identità, coincidenze e corrispondenze composto esclusivamente da supposizioni (legittime o illegittime ma più che altro funzionali) che debbono e si accingono ad esser o meglio rimaner esclusivamente tali.

Supposizioni!!!

Un insieme del tutto finito (e infinito al tempo stesso) di emozioni, entro le quali ci si costringe imperiosamente ad esser misticamente e innocuamente uguali... per incapacità tangibile d'influenza nei perversi meccanismi di trasformazione della "Storia" delle identità individuali e collettive.

Per sindrome d'appartenenza? Per paura d'incontinenza? Per stress da rincorsa del successo? O per inevitabile nevrosi da raggiungimento di un infruttuoso, inadatto, inefficace, inadeguato "Trionfo" o "Tronfio Risultato"?

E' per uno di questi motivi che ci sentiamo incapaci d'incidere sulla Realtà?
O per altri che ancora non siamo in grado di esprimere e/o comprendere?

Al di là di ogni altra possibile e plausibile causa...tutto ciò resta un Enigma.
Un Enigma che si traduce irrimediabilmente in un "imperio" rispetto alla sincera e personale voglia d'introspezione della nostra esistenza.

Storie, eventi, episodi e fatti si trasmutano quindi in soggettive istantanee o "negativi" opachi di nebulose diapositive quasi mai in fuoco e certamente mai efficacemente inquadrate o sufficienti a riprodurre una consistente o palpabile "Verità".

Tanto parziali quanto altrettanto funzionali alle necessità di taluni che ne auspicherebbero il realizzarsi a loro esclusiva immagine e somiglianza.

Discendono così dal Monte Tabor i novelli discepoli, già serenamente Angeli assunti in cielo e pertanto autoincensati ed illuminati Satrapi regnanti in Terra!

E' così che evidentemente Essi creano dal nulla la loro sostanza e la loro irreprensibilità d'inquisitori.

Sontuosi nelle loro Filippiche e quindi immacolati nella qualificazione dei loro Principi e Dogmi.

Emergono inevitabilmente al cospetto dell'opinione pubblica quali Radicali e Viscerali estensori della Libertà. E nella loro determinazione... nella determinazione delle loro intime e personali priorità (troppo spesso e contrariamente coinvolte, convinte e convogliate con sommersi e ben celati ulteriori interessi) taluni presunti divulgatori immacolati inducono all'ignobile e si accingono al sospetto nell'additare al prossimo, salendo sul magistrale piedistallo dell'inutile e marginale inquisizione.

Un piedistallo mascherato da una spesso marcata sfacciataggine delle proprie inattaccabili posizioni rispetto al ruolo, alla posizione, al personaggio, alla funzione, all'atteggiamento o al registro che nel tempo si è tentati parsimoniosamente di costruire intorno a se stessi.

Una roccaforte che evidentemente si è sempre presunti essere intangibile, invalicabile ed ancor più inconquistabile...! E che in realtà (se sinceramente e incondizionatamente volessimo in libertà d'animo, cognizione di causa e comprensione o meglio padronanza del territorio) potremmo demolire in un singolo quanto singolare afflato!

Eppure!

Eppure Ci si astiene dal farlo!

Sarà per constatazione implicita dell'inettitudine sociale oramai ampiamente diffusa?
O sarà la triste conseguenza di quella viscida avidità umana che rischia seriamente di portare la Civiltà Moderna alla propria, definitiva consunzione?

Un quesito tanto affascinante quanto coinvolgente che rimarrà (probabilmente in eterno e con tutta evidenza) un assoluto interrogativo.

Al tempo stesso, tale scetticismo ritengo possa rivelarsi adeguato ed assai istruttivo rispetto all'analisi di questa stessa società in declino.

E non per colpa di un agente esterno: non previsto, non programmato o non contenuto.

Semmai per una conseguenziale negligenza ed incompetenza seriale, espressa (con tutta coerenza) da un élite al comando votata unicamente alla consacrazione e preservazione infantile di se stessa e del suo inutile e miserevole mondo. Un mondo che si presume tanto solido ed espanso quanto potrebbe rivelarsi assai fragile ed edificato su gracili, friabili se non del tutto effimere fondamenta.

Un mondo, una Civiltà (Moderna) conseguenzialmente, sommessamente ed implicitamente votata alla propria mediocre consunzione.

Una logorante, tremenda, avvilente e miserevole autodistruzione.

Può allora essere o scoprirsi come tale questa insidiosa realtà frammentaria che ci ostiniamo a vivere?

Può rivelarsi seriamente quale più minacciosa Nemesi della nostra esistenza espressa (in questo ignoto e scialbo angolo di mondo) da misere comunità rozze, meschine e provinciali...?

Una Nemesi che richiederebbe, assai più probabilmente, una vigilanza più concreta e circostanziata di quella che evidentemente siamo capaci (con tutta la buona e genuina volontà) di interpretare.

Una vigilanza capace di essere appunto sopra ogni cosa.
Al di là ed al di qua di ogni "cosa"!

Sia Essa riconducibile alla comunità vicina e cittadina o sia Essa ancor più capace di proiettarsi ed estendersi nello spazio e nel tempo, alla comunità globale e "mondiale", ossia alla terrea ed inequivocabile umana progenie.

Tutto ciò nel solo, esclusivo ed unitario tentativo di ricondurla alla gnosi originale... un tentativo mai probabilmente all'altezza o in grado di riflettersi nel limite intrinseco e convulso di uno scibile umano perso ed ormai alquanto contraddittorio.

Ed è per questo che... convinto del disinteresse generale verso qualsivoglia problematica che tenti di coinvolgere il nostro intimo interesse chiedendo parimenti un coinvolgimento "cognitivo" in campo...
restano "unicamente" due modi in cui uno Stato di Diritto, ossia una Repubblica, possano soccombere o altrimenti sopravvivere:

La burocrazia in primis...
Certamente... altera, austera, immobile, cimiteriale.
E
Lo Spirito Costituzionale "Usque ad finem" et in "Corpore et Anima Unus"...
Iscrivibile ed ascrivibile alla propria genesi identitaria, culturale ed esistenziale.

La Prima senza colpo ferire e senza dubbio alcuno di smentita quale morte assodata della reattività civile alle umane organizzazioni sociali!

Il Secondo quale speranza o unguento misericordioso rispetto ad un incoscienza, sfrontatezza e sfacciataggine comune o comunemente riscontrabile nelle organizzazioni solitamente umane!

L'ignoranza e l'arroganza, indissolubilmente prime per inevitabile collocazione nell'affrettata, affettata e superficiale o inesistente analisi delle masse.

Il tentativo di consapevolezza e capacità critica indiscutibilmente ultimo nella ricerca della gnosi propria delle personalità singolarmente votate al martirio della comprensione prima ed ultima delle "cose".

Ed infine... il Terzo Incomodo ossia colui (o colei) che giace nell'eterna assenza di consapevolezza!

Un assenza vittimistica e/o opportunistica quanto colpevole o colpevolmente altezzosa e prepotente che rischia senz'altro di tradursi in una temibile mistificazione degli eventi. Una terribile quanto altrettanto deprimente, esplosiva ed inconsapevole mistificazione dei fatti, delle vicende e degli accadimenti che si susseguono attorno a noi e che, in un certo qual modo, ci rendono nostro malgrado protagonisti inutili.

Che sia allora l'egocentrismo egoistico individualista... avidamente eterodiretto... la genesi di tutti i nostri mali?
Una genesi capace di esprimersi in un unica e totalizzante summa:
L'uomo è solo e tutto ciò che è in grado di distruggere?!?

Riemerge fondamentale pertanto Qui il quesito.

Ci sono due modi in cui muore uno Stato di Diritto... erede, proprio malgrado, di una Repubblica ormai sull'orlo all'oblio:

Il primo è l'incomprensibilità...
Il secondo e incommensurabilmente appropriato rispetto all'analisi presente di tale infima contemporaneità... è l'implacabile presa per il C,,,!

Una Repubblica muore tra le mani dei suoi detrattori seriali.
Traditori della causa Costituzionale abilmente ed amabilmente camuffati da sostenitori della Civiltà Moderna: Super Partes!

I Super Partes capaci di essere a favore e contro nello stesso tempo ma incapaci di esprimere un dissenso o assenso circostanziato ed evidente rispetto a qualsivoglia specifica esigenza di Vita... Singolare o comune,
Esistenziale o sociale,
Essere o Avere,
Questo il dilemma... dell'umano divenire!

Elmoamf

Post Scriptum---

Vorrei esternare...
Ma qui la risposta è bella è pronta per me che bazzico le "luminarie": la Repubblica è morta con Cesare-Ottaviano-Augusto e non è mai più risorta!
Ogni tentativo di risorgimento: dal fideistico Immanuel di lontana terra promessa al sacramentale Ottone I di austera affermazione... passando per il Simbolico Carlo Magno di meta era per finire nel metastatico Reich da oltre terzo millennio...
Ogni tentativo risulta essere evidentemente svanito nel nulla della dissoluzione umana che troppo spesso al tempo ed allo spazio soggiace mentre all'avido universale accondiscende!

Ogni occasione di interpretazione altra della realtà risulta, infatti, vittima dell'illusione.

Sia Essa l'occasione orientale del subalterno sacrificio.
O si riveli essere la presunzione del tutto occidentale del predominio umano dell'intelletto oltre il subliminale divenire.

Ogni realtà si rivela subalterna all'interesse personale ed in quanto tale vive di morte propria... o diversamente crepa di esistenza inconsapevole.


martedì 6 settembre 2016

Funghi di fine estate

La sagra suona la campana a morto.
E' forse per questo che quest'anno si è ritagliata un misero spazio antistante un cimitero?

Di certo un luogo tranquillo e ben tenuto.
Il cimitero... intendiamoci.
Probabilmente uno dei pochi da queste parti...
Dove i "party" con i fichi secchi ed i "fritti" di seconda mano, serviti con olio rigorosamente riciclato, contano (o meglio contavano, fino a non molto tempo fa) molto "più danaro" di ogni singola e residua goccia di civiltà e benessere comune che il tempo fosse in grado di esprimere e valutare.

Affermazioni dettate senza dubbio da un profondo rammarico per un presente che ha perso il proprio passato o forse solo intime considerazioni per un passato che del presente non è stato in grado di essere all'altezza.

Per me che, in più di un decennio di appartenenza a questa comunità, mai un anno prima d'ora fu disertata quella sagra di paese che, per antonomasia, consideravo simbolo e folklore di una precisa appartenenza cittadina!

Ricordo con malinconia i tempi del "Loricina". I primi degli anni duemila in cui feci sponda da queste parti.

Discreta quel che basta da attrarre genuinamente il palato e al medesimo tempo interrogativamente invasiva.

Evidentemente, ancora personalmente digiuno di questo luogo:
Ameno... ma non troppo.
A misura d'uomo... fino ad un certo punto.
Conciliante solo a patto di non pestare il piede sbagliato.
Tranquillo solo se e fin quando non si sia costretti ad impattare nel bullo "organizzato" di turno.

Insomma discreti aspetti romantici di un paese appesantito ed accompagnato dalle scomode ombre del malaffare.

Quello degli enormi sotterfugi e sottoboschi politico-affaristici di quartiere che meglio si attagliano a ritagli o miseri feudi di questo o quel clan di dubbia provenienza, di scarsa intelligenza e di totale assenza e capacità empatica.

Nettuno: una perla d'altri tempi persa nella sabbia del potere fine a se stesso.

Un potere in disgrazia in grado di rappresentare null'altro che il fallimento della propria umanità nella ricerca di una Civiltà mansueta che certamente non esiste.

E non perché gli individui di tal società e la società stessa non siano stati capaci di scendere a determinati ed indeterminanti (anarchici ed opportunisti) compromessi quanto perché il padrone di quegli ineffabili compromessi è rimasto totalmente ed indissolubilmente il caso ossia il caos!

Una Civiltà Umana ben più che seppellita da un cinquantennio di perbenismo consumista che tutto ha ridotto al nulla del soddisfacimento immediato.

Al di là di ogni ideologia irrimediabilmente consunta ed al di qua di ogni sperabilmente lucida presa di coscienza della propria misera ed inutile presenza nella propria immediata quotidianità.

La Civiltà dei buonisti samaritani come dei carnefici Faustiani, il tutto intriso in una tipica salsa Holliwoodiana ove il lieto fine rimane confinato in una farsesca sfumatura della realtà,

Una "manica" di sufficientemente idioti arroganti che si aspetta indiscutibilmente che tutto il resto del gregge... di appartenenza alla comunità... sia composto da altrettanti idioti santi, compassionevoli e remissivi.

Un quadretto idilliaco che, per chi aspira a governare, rappresentava il lasciapassare ad una inutile quanto manifesta occupazione del "vuoto suolo pubblico" il quale, finché economicamente è stato in grado di rendere altrettanto è stato in grado di lasciar prosperare il "nulla". Un nulla indubbiamente e indiscutibilmente condito dal buon aroma di una fettuccina a prezzo stracciato.

Oggi (alla luce di diverse intese o contese) quella "fettuccina" miseramente retrocede a manifestazione estemporanea di una trattoria il cui sapore si disperde e lascia il tempo che trova.

Segno dei tempi che "avanzano" o degli anni (il primo per me) che difettano in interesse e sostegno verso simili, sterili e sacrificabili, iniziative.

Anni d'amarcord... In cui la sagra si rivelò un'occasione sprecata profusa con i migliori auspici in un "tempo" evidentemente sopravvalutato!

Con tristezza...

Elmoamf

lunedì 15 agosto 2016

Compatibilità incompatibili e Incompatibilità compatibili

Il volto della mediocre Ipocrisia mostra sempre il suo meglio, il suo splendore, quando viene messa alla prova?
Richiamata alla sua velleità superficiale, quale simbolo unico ed universale del volto umano, difficilmente o purtroppo, sarà capace di disattendere le attese.

Quell'Ipocrisia che nell'evidenza si afferma, nelle circostanze si avvalora, nei fatti si esplica.

Che sia evidente il fatto che nessuno abbia veramente a cuore il bene di una comunità dovrebbe costituire un elemento certo la cui circostanzialità, comunque espressa, difficilmente potrebbe essere messa in discussione.

Eppure quell'ipocrisia (pervicace, esperta ed esposta) portavoce errante, narrante ed assai convincente di una forma conservativa della realtà, sufficientemente conformistica da accettare limitate contraddizioni ed innovazioni in ogni modo capaci e funzionali nello stordire definitivamente un popolo stanco, provato, segnato... da eventi ineludibili o indelebili... un popolo costantemente errante e ramingo. Un popolo in cerca di una sicura dimora... inevitabilmente in cerca di una fondata identità... inequivocabilmente in cerca di un cedevole e tranquillo approdo ove poter custodire le proprie ormai fragili membra...

Ecco che una tale (malforme e multiforme) ipocrisia sarà in grado di raggiungere quelle vette... se non superare quei limiti... d'espressione di una realtà che abbia già inevitabilmente valicato ogni nostra superiore aspettativa!

Limiti oltre i quali noi umani (singolarmente vaneggiando e analizzando) non saremmo mai in grado effettivamente di andare, comprendere e concretamente affrontare.

Poiché di una comunità non ci sentiamo realmente parte.

Assorbiti totalmente da un'involuzione egoistica del nostro divenire il cui unico centro focale è rappresentato dal nostro singolo ed avido interesse personale.

E' evidente, in tal frangente, che nessuno abbia mai avuto veramente a cuore il bene di una comunità.

Perché in realtà di una comunità mai e poi mai abbiamo avuto l'intenzione, la volontà o l'obiettivo di appartenere e quindi di sentirci seriamente parte!

Ahimè... Ne son piene le cronache della nostra incapacità di far fronte comune alle umane necessità.

Ognuno di noi preso dalle proprie volubili opportunità, in cui il fronte comune rappresenta solo ed unicamente la propria, quanto vacua, porzione di vanità!

Quella inutilità socialmediamente espressa dalla nostra capacità di essere inutilmente presenti nella storia,

Quella storia da altrui mediata, diretta e condizionata!

Siamo solo un massa informe di individui che lottano per se stessi ed al massimo per il loro clan.

Un clan che talvolta o forse (tragicamente spesso) sconfina nella criminalità "diversamente" organizzata.

Siamo una massa informe,,, destinata probabilmente all'estinzione!

Perché è questo quello che succede quando una comunità smette integralmente ed intelligentemente di interagire come tale...

Semplicemente si Estingue!

Meditiamo "Gentes"... inutilmente informe...

Poiché come alguien dijo:
"La historia es un juez implacable y no perdonará nunca a nadie que no intentará cambiarla..."

Elmoamf

venerdì 12 agosto 2016

Rifiuti Coast to Cost



Peccato per il reportage mancato.

Un catalogo fotografico sullo scempio incondizionato ed incontrollato del territorio avrebbe espresso al meglio lo stato dell'arte sulla nostra tanto vantata Civiltà.

Uno status per il quale Cicerone o Democrito avrebbero certamente potuto sentenziare il fine del loro percorso di oratoria e ricerca scientifico-filosofica sull'essere e il divenire umano.

Uno status sul quale non vi sarebbe null'altro da dire se non procedere con una secca sentenza:
Siamo condannati ma spavaldi riteniamo di essere sopra ogni cosa: Immortali.

Ahimé, immortali non siamo o perlomeno ancora non è dato saperlo...

Ma ignoranti, arroganti, villani e maleducati... quello sì... che è un ruolo che sappiamo ben interpretare.

Colmi di boria a bordo delle nostre auto luccicanti, spesso uniche o meglio unico motivo della nostra vita... assieme alla squadra del cuore, al cellulare e all'altrui individuo nemico (che non dovesse piegarsi alle nostre volgari regole) da insultare e costantemente maledire.

Siamo colmi di boria e quindi riteniamo che pulire sia compito di qualcun altro mentre sporcare sia un diritto sancito dalla costituzione libertaria.

Non ci preoccupiamo neanche di comprendere quale significato possano assumere o valere i termine Libertà e Costituzione e quali e quante declinazioni decadenti essi possano aver nel tempo accumulato e fatalmente assorbito.

Non ci preoccupiamo neanche o meglio affatto di soffermarci sul significato o sulla comprensione di ogni minima cosa esistente... tanto presi dal nostro Io predominante, intorno al quale ogni cosa debba necessariamente risplendere...

E se così non fosse?

Certamente non è e mai sarà colpa nostra.

Perché non è nostro il Dovere di far funzionare la Società ma nostro è certamente l'unico e sacrosanto Diritto di...

Distruggerla!

Ai posteri l'ardua sentenza.

Elmoamf

martedì 26 luglio 2016

Gli Uomini delle Ideologie

Nel regno animale si agisce sovente d'istinto.
L'istinto imprescindibile di sopravvivenza.
Si protegge il territorio.
Si protegge e si accudisce la progenie.
Talvolta o sempre si agisce in difesa del gruppo o meglio della specie.
Di fronte ad un nemico esterno, infatti, le barriere interne crollano per far posto all'istinto comune univocamente percepito a salvaguardia della propria "identità".

Nel regno umano, diversamente, si agisce per opportunità!
E' curioso notarlo ma l'istino umano si rivela ineffabilmente opportunistà.
Di quell'opportunismo mellifluo spesso del tutto artificialmente costruito.
Anche se o quando l'opportunità comporti (quasi inevitabilmente) una "sottomissione" ovvero un compromesso ai limiti stessi dell'esistenza, la soppressione della nostra stessa esistenza in qualità di genere umano.
Ecco, anche in quel caso, l'opportunità continuerà ad essere la scelta prediletta!
Una scelta folle e condizionata da forze esterne mai del tutto comprensibili o una scelta idiota effettuata consapevolmente da utili idioti?
E' una domanda alla quale è impossibile rispondere ma sono certo che alcuni di Voi sapranno argomentare nobilmente e con cognizione di causa ogni loro scelta nella vita che abbia incluso compromessi!

Intendiamoci, non si sta demonizzando il compromesso in questa sede ma semplicemente analizzando una certa tendenza del comportamento umano. Un comportamento sempre più volto all'autodistruzione programmata, consapevole o inconsapevole che sia, in cui l'opportunismo dettato dall'interesse o dal quieto vivere è riuscito a partorire ideologie o meglio uomini plasmati di ideologia di cui non comprendono o abbiano mai concretamente compreso il benché minimo principio o fondamento.

Sotto accusa infatti non sono le ideologie ma gli interpreti stessi, Uomini, che le hanno incarnate come automi inutili ossia sciocchi e stupidamente indottrinati. Condizionati e Programmati da se stessi per agire in totale spregio del proprio essere e della propria identità. Cosa o meglio comportamento che un qualunque "esponente o rappresentante" del mondo animale sarebbe mai in grado di adottare.

Abbiamo detto dell'istinto di sopravvivenza di quest'ultimo che lo spinge ad agire, in primis, in nome della specie.
Anche l'Uomo lo possiede!
L'istinto di sopravvivenza è indubbio anche nella specie umana.

E' quel tocco del male targato opportunità che ne inchioda le azioni al palo sacrificale dell'idiozia razionale.

Si disse che l'uomo dominò il mondo perché capace di elevarsi, grazie al proprio intelletto, sopra le altre specie esistenti e sottometterle alle proprie regole.

Chissà?
Chissà se quelle regole, visti i tempi che stiamo vivendo, daranno invece ragione al solo ed unico istinto animale?

Elmoamf

sabato 23 luglio 2016

La tela del Ragno

Mi rendo conto, miei esigui interlocutori, che il nostro sia uno spettro limitato.

Un Comune, una realtà micro-cittadina in un complesso di intrecci, idee ed interessi più grandi di Noi.

Ciò non toglie che dal piccolo nasce il grande, come una certa filosofia orientale astutamente, anzi genuinamente, ci insegna.

Pertanto ogni grande opera nasce da un piccolo, coraggioso, temerario, incosciente.,. passo.

Il nostro spettro oggi è limitato: la nostra misera comunità di avventori della tristemente ridente Nettuno.

Ma il nostro spettro non demorde, nonostante le difficoltà, le pressioni, le precarietà, le ipocrisie, le inettitudini di una comunità colpevolmente assente quanto criminalmente accomodante.

Il nostro spettro impunemente tenta di rimanere vigile. Vigile nei confronti di una realtà che tenta il tutto per tutto per farlo, per farci, soccombere.

Il nostro spettro non si limita, semmai si frammenta. E nella frammentazione trae verso l'inganno della confusione il proprio presunto interlocutore. Eppur palesando le proprie strategie, nel trucco occulta le proprie sinergie. Poiché è nel manifesto e nel noto che si quantificano le proprie forze e risorse che difficilmente si è in grado (nell'immanifesto e nell'ignoto) di affrontare con i propri limiti e le proprie difficoltà.

La tela del Ragno è lì pronta per accogliere l'interlocutore che della tela saprà apprezzare la fattura, gli intenti, i presupposti e gli  obiettivi.

Diversamente ascolterà gli ignavi, i collusi, gli opportunisti di mestiere, i qualunquisti o i banalisti di inutile presenza che aspirano ad esprimere solo sterili opinioni.

Il mio giudizio, lo riconosco, è Assai perentorio ma sono stufo di vivere in un mondo di approssimative cavallette come in un alter-ego di lobotomizzate formiche operaie.

Se concretamente ognuno di Noi vorrà aspirare alla libertà ed alla libera espressione di se stesso nel rispetto della propria comunità esistenziale... se concretamente ognuno Vorrà...

Allora saranno dolori e cz... amari per tutti!

Perché libertà, comunità ed esistenza non hanno mai tentato di fare rima o comunella tra loro... neanche per ironico scherzo della sorte!

Elmoamf

Consiglieri Comunali e Spirito di Servizio

Anche se incapace di comprenderlo in prima persona, immagino quanto possa essere impervio il lavoro del consigliere comunale.
Le pressioni, a torto o ragione, si fanno asfissianti da ogni dove.
Le persone comuni ritengono di ottenere canali preferenziali anche per le inezie o le facezie (che essi ritengano tragicomicamente preminenti) se riescono a mettersi in contatto col il doge di turno attraverso intermediari che presumono (spesso a torto) privilegiati.
Altri, che si ritengono di maggior peso e rango, ostentano connessioni e vantano privilegi, benefici o intercessioni che solo loro sono in grado di ottenere.
Quello che viviamo è evidentemente un mondo profondamente infido e fazioso.
Un mondo in cui si annida il male ed in cui il male si esprime in armonia con l'incapacità delle umane genti di affrontare i propri fantasmi.
E' un mondo privo di coraggio.
Il coraggio della perdita e della privazione.
Un mondo intriso di scappatoie e di vie d'uscita... edificate per chi accetta compromessi ai limiti della comprensione esistenziale.
Costruite su misura per chi è disposto ad abicare al proprio onore in nome di una sopravvivenza fine a se stessa.
Una sopravvivenza senza spessore.
Una sopravvivenza volgare, spuria, illegittima.
Una sopravvivenza al soldo dell'inquisitore cui sarà legittimata ogni nefanda azione... in nome appunto della propria sopravvivenza.
Quale significato ancestrale ha o debba avere allora (scientemente) il termine "sopravvivenza"?
Mi chiedo da profano, da profano della scienza della vita che onestamente non sento affatto appartenermi?
Quale significato... se non la eterna ed effimera comprensione della propria presenza su questo suolo?
Una presenza che non può essere casuale nella misura in cui la casualità non è figlia del caos primordiale della creazione ma, più probabilmente, legittima conseguenza di una scelta ponderata di distribuzione di specifiche opportunità: quelle opportunità dell'esistenza, della materia, della realtà!
Ognuno di noi assume una determinata "posizione" in questo tempo: il proprio tempo, il suo specifico tempo, il suo preciso, inequivocabile e circoscritto tempo di espressione della propria realtà esistenziale... in alti termini il suo tempo umano.
Sarà quindi esclusivamente nostro l'onere ed il dovere di fornire ad esso un congruo, adeguato ed idoneo significato!
Buon lavoro consiglieri comunali e che il sacro discernimento sia con Voi!

Elmoamf

Veline giornalistiche, vignette d'opinione e riflessioni estemporanee

Pulizie d'estate...

In una società votata alla perenne ricerca del colpevole. Ove il colpevole debba essere incarnato imprescindibilmente nel'espiatore di tutti i malesseri del mondo. Ove i malesseri non si sostanzino in altro che pregiudizi, invidie e gelosie. Ove i pregiudizi, le invidie e le gelosie vengano indissolubilmente erette ed elevate a valori. Ove i valori siano indiscutibilmente rappresentati dai propri singoli e personali interessi (in barba naturalmente all'interesse comune laddove questo non risulti funzionale a quello strettamente personale). Ove i singoli e personali interessi debbano avere, riscuotere, suscitare, imprimere ed imporre un modus operandi altrimenti da considerare: incapace, fazioso, fallace, pomposo, logoro e corrotto...

Giusto mi interrogo sul seguente quesito:

La città è sporca perché siamo degli emeriti zozzoni (tutti quanti nessuno escluso) o perché è colpa Loro, i fantomatici Loro sempre utili a recitare la comoda parte del capro espiatorio immolato nel prendersi il cetriolo?

E' vero non esistono più i cestini... però i gli arroganti che credono di possedere il mondo e comandare per diritto legittimo sul prossimo fregandosene del proprio comportamento arrogante e continuando a insultare il suolo "pubblico" con i loro scarti ritenendo sia dovere di qualcun altro raccoglierli e pulire... Ecco quelli sono onnipresenti!

Poi invocano giustizia perbenista e cialtrona sui network, recriminando futili questioni, diritti, principi da "banalisti" di professione.

Il male endemico della società: Il Banalismo di professione! Elmoamf

lunedì 18 luglio 2016

Reclute



Di cosa ha bisogno un Elite al Comando?
Naturalmente di un buon esercito.

Ed un buon esercito di chi si compone?
Di cosa non può assolutamente fare a meno?

Proviamo a ragionare.
Un buon esercito si compone di persone efficienti, solerti, ligie al comando e quindi ubbidienti sopra ogni cosa in caso di estrema necessità.
Un buon esercito non può assolutamente far a meno di organizzazione, programmazione e controllo.

Un buon esercito quindi ha bisogno di essere composto da due elementi tra di loro sinergicamente fondamentali:
Milizia e Burocrazia.

La Milizia garantisce il rispetto delle consegne: la corretta esecuzione degli ordini impartiti alla comunità.
La Burocrazia garantisce il flusso continuo di regole ai limiti della capacità di percezione di ogni singolo individuo: la ragnatela di ordini cui siamo costretti a sottostare sia in termini di individui che di comunità, pena l'intervento della Milizia.

Un buon esercito quindi continuerà ad esistere fintanto permarrà quel sufficiente strato di annebbiamento nelle intelligenze umane utile a continuare a convincerle che il pesce puzza dalla testa e non dalla coda!

Quella coda che, ampiamente sottovalutata, ricresce sovente ed ineffabilmente nelle specie capaci di riprodurre, imperterrite, gli stessi meccanismi di dominio sulla propria comunità.

Ora la questione preliminare da affrontare giace (indiscutibilmente a mio parere) nella capacità di generare, al contempo, una Milizia ed una Burocrazia tanto capillari nella presenza quanto pervasive nella penetrazione e condizionamento delle relazioni sociali.

Tali condizioni (capacità di penetrazione e condizionamento totale dell'ambiente penetrato) risultano effettivamente imprescindibili rispetto al necessario Humus in cui le Elite al Comando siano in grado di far prolificare i loro microrganismi patogeni.

Non ci resta, pertanto, che analizzare il tessuto sociale.
Ossia il tessuto di individui umani che compongono le varie unità sociali ed insieme danno vita alle diverse comunità locali, che a loro volta danno volto alle varie identità popolari e nazionali.

Ecco fatto!

Ora datevi uno sguardo intorno:
Allo "zozzume" delle strade.
Alla volgarità espressive.
Alla violenza, arroganza e maleducazione di ogni genere.

E datevi una risposta.

Stanno reclutando e lo stanno facendo alla luce del sole.
Se ne accorgerà un giorno qualcuno?
Magari!
Per ora mi limito a contare gli assenti.

Gli assenti per scarsa consapevolezza.
Gli assenti per collaborazionismo.
Gli assenti per opportunismo o necessita.
Gli assenti per ignoranza.
Gli assenti per demenza.
Gli assenti per sopravvivenza.


Elmoamf

Sia Ben Chiaro

Il mio tentativo di contributo positivo per la comunità di Nettuno è fuor di dubbio.
Ciò non mi esime dal non evidenziarne i suoi vizi o le sue decadenze come non mi esclude indissolubilmente dall'esaltarne (sperabilmente un giorno) le sue Virtù.

L'obiettivo di questo "Luogo" è la partecipazione!

Cosa che ovviamente pesa un po' a tutti!

In pochi partecipano ed in meno si attivano.

Sono pronto ad inclusioni, proposizioni, impegni e concrete esperienze o proponimenti di chi vorrà o riterrà opportuno... apportare il suo Onorevole e Proficuo contributo in nome della Comunità.

Intendendo per Comunità non un ricettacolo obbrobrioso di discriminante ed infamante memoria ma un circolo virtuoso di anime dedite alla ricerca libera e sensibile della propria armonia e virtù nel solco, ognuna, della propria tradizione... della propria Costituzione.

Mi Ergo a Costituzionalista Integerrimo... mio malgrado o meglio malgrado l'illiberalità del Costituzionalismo deformato ed imposto dalla moderna società dello pseudo mercato delle oligarchie multinazionali.

Chiedo venia per la retorica ma ci tengo a sottolineare che qui c'è posto per tutti!

Tutti quegli uomini liberi che nel Costituzionalismo liberale abbiano la forza di trovare e rivendicare la propria libertà ed identità!

Non siamo figli della deformazione e della coercizione Oligarchica (quella giornalmente da altrui esposta e mascherata) ma liberi pensatori ed attori protagonisti della nostra inequivocabile identità!

Elmoamf

Siamo condannati! Perché?

Perché siamo condannati?

Perché non abbiamo umiltà?
Perché non abbiamo affinità?
Perché non abbiamo competenze?

Che dire (da ignaro di una realtà che a stento tendo a fare propria): il mezzo non consolida i risultati!

Nelle mie ultime conclusioni (elaborate e riservate al precedente post) sono stato da alcuni redarguito per le incomprensibili posizioni espresse. Richiamato presumibilmente da chi ritiene eccessive o poco accessibili le tesi testé pronunciate.

Si è fatto accenno a prolusioni e propulsioni... pompose o retoriche, poco dirette, inutilmente sibilline ossia "fottutamente" poco chiare.

Ne prendo atto. E non pretendo che tutti siano o (...ancorché in grado) vogliano essere sulla mia stessa lunghezza d'onda.

Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni e disegnare le proprie realtà tentando di adeguare... rispetto ad essa... le proprie personali o "impersonali" soluzioni.

Ognuno deve sentirsi libero di esprimersi nella sua identità, ancorché percepita quale "unica e diversa" rispetto al "dominio" delle circostanze e rispetto  al dominio del circostanziale.

Ognuno deve e ha il diritto di rivendicare la propria identità rispetto al solco che altri vorrebbero per lui tracciare.

Non voglio uscire fuori dai cardini o dal seminato del presente intervento ma ci terrei a sottolineare la "concreta" libertà che ognuno di Noi dovrebbe saper evincere e rivendicare prima di tutto (...ossia prima di ogni altro nucleo e fondamento di ogni presunta possibile ed altrui esistenza) da se stesso!

Ciò sottolineato e riconfermato!
Perché siamo condannati?
E perché il mezzo non consolida i risultati?

Premessa:
Tale è la mia opinione personale (naturalmente)... ma, come ogni sottile opinione, andrebbe letta "attentamente" tra le righe.

Esprimo infatti una personalità assai criptica e se qualcuno dovesse cercare o volesse pretendere da me una risposta... mi aspetto inevitabilmente e perentoriamente che Essa sia adeguatamente meritata, al di là di ogni faciloneria intuitiva o tecnologica.
Quindi al di là di ogni ragionevole dubbio... come recita la norma giuridica di televisiva Pop Art!

Il percorso di crescita personale (intima ed interiore) è stato, è e sempre sarà segnato da enormi ostacoli ed innumerevoli sacrifici vissuti ed espressi totalmente in prima persona.

Chi non è disposto ai sacrifici può sempre opportunamente astenersi, salvo non recriminare nel momento in cui verrà travolto e massacrato dagli eventi.

Eventi che, beninteso, non chiedono permesso ne esprimono perdono.

Gli eventi accadono e si succedono, nonostante tutte le nostre più ammirevoli, propizie, prodigiose o eccessivamente generose previsioni.

Eventi che sconvolgono, rimescolano e poi trascinano ogni nostra azione verso qualcosa che non avevamo assolutamente: considerato, previsto o programmato.

Messa in evidenza tale  debita premessa.

Perché siamo condannati?
E perché il mezzo non consolida i risultati?

Forse perché difettiamo in umiltà?
Non dimostriamo affinità?
Non esprimiamo sufficienti competenze?

Forse?
O Forse No?
O Forse Chissà?

Il problema o meglio la questione non è nella risposta ma nella stessa ossessiva domanda:

Forse?

Perché Forse?
Cosa Esprime un Forse?
Il Forse è un bene o un male?
E' figlio di un complotto legittimo o di un legittimo titubare?
E' frutto di un interrogativo sano o di un  convulso "loop" paranoico?

Forse!?

Chi è in grado di dare una sostanza, una concretezza, un fottuto spessore a questo Forse?

Sarei lieto di offrire un rinfrescane ghiacciolo al limone al Primo che fosse in grado di dare una sana risposta a tale ancestrale Enigma ma al momento presente, più realisticamente, mi limito a constatare e circoscrivere gli eventi nelle loro immediate e più ovvie disamine.

Abbiamo un Nuovo Governo "comunale", costretto come ogni altro in passato in dinamiche estremamente convulsive, che tenta suo malgrado di sopravvivere e prosperare.

Lo Farà in nome del Popolo?
Lo farà in nome della Patria?
Lo farà un nome della Costituzione?
Lo farà in nome dell'onore, dell'onere o dell'onestà?

Qualsiasi sia il suo intento... anche il più sporco... chi dovrà Vigilare su tale operato per il bene di tutti?

Pertanto, a tal proposito, si rende necessario un metro di valutazione, uno spartiacque, tra ciò che era (che fù e che ancora tenta imperturbabilmente di essere) e ciò che sarà. Ciò che inevitabilmente sarà!

Gli esseri umani inutilmente discutono sulle loro vicissitudini non accorgendosi che il tempo scorre e li rende più vecchi e spesso inutili ma se alcuno ogni tanto si accorgesse della propria peculiarità, necessarietà, presenza, determinazione e importanza...

Forse o meglio quel "Forse" non sarebbe più così ondivago, sfuggente e nebuloso.
Diversamente sarebbe intriso del succo del mondo, della sua realtà e della sua estrema identità.

Non siamo anime perse... è solo che ci perdiamo con poco! Perché convinte dal manigoldo di turno di essere inevitabilmente e disperatamente tali!

E' ciò che vogliamo Essere?

Buongiorno Nettuno...
Paese di Morti Viventi!

Elmoamf



mercoledì 13 luglio 2016

Un futuro sottovalutato in un presente costretto - Sommerso da ignavi danteschi

E' tempo d'estate.
E' vero.
E la gente si "chiedono":
"Come si possono risollevare le sorti di un paese atterrito dalle ingannevoli sirene del mare?"

Spietatamente rispondo:
"Non si può!"

Almeno sino a quando l'inettitudine regnerà sovrana, paralizzando ogni azione, iniziativa, idea, voglia e coraggio di realizzarla.

Almeno sino a quando l'inettitudine regnerà sovrana, ostacolando sino ad inaridirla ogni volontà genuina di rischio e riscatto.

Almeno sino a quando l'inettitudine... l'insolenza, l'arroganza, la maleducazione, l'ignoranza, l'idiozia e la deprimente superbia degli ignavi la faranno da padrone.

E' tempo d'estate e la gente si "aspettano" proposte all'altezza.
E allora direi sia una questione perfettamente naturale se tali proposte si scoprono imperturbabilmente all'altezza della gente che le pretende... ossia mediocri. Visto che tali "Gentes" sono del tutti incapaci di apprezzare alcunché!

O diversamente, le proposte potrebbero essere magari all'altezza di quei pochi che abbiano la forza e la volontà di reagire ma ciò dovrebbe supporre inevitabilmente un tessuto umano che al momento non mi sentirei affatto di dire o affermare sia sufficientemente presente.

Intendiamoci! Non perché questo tessuto umano non esista.
Semplicemente perché non è dato sapere se alcuno sia stato in grado di intercettarlo e valorizzarlo e soprattutto farlo in territorio neutrale nonché adeguatamente fertile, per non rischiare che appassisca anch'esso prematuramente come è marcito tutti il resto.

Vi sembreranno termini eccessivi, quelli fin qui utilizzati, per descrivere una comunità ed una civitas che potrebbe e dovrebbe meritare ben altri appellativi assai più nobili... ma basterebbe interrogarsi sul significato etimologico di "Civitas" per capire anzi brillantemente comprendere che non sono stato affatto duro, anzi... sono stato sin troppo buono nel soppesare in tutto il suo livore e disvalore la nostra presente, invadente, permeante ed onnipresente pochezza di individui comuni. Una pochezza capace di esprimersi in iperboli sia dal punto di vista intellettuale, sia dal lato tecnico o più istintivamente sociale.

E' tempo d'estate.
E alcuni si muovono a passi felpati e silenziosi per costruire un futuro, per loro e per tutti quanti, in spirito di spregiudicata, folle ed utopistica solidarietà.
Ancorché incompresi, derisi, sottovalutati, sbeffeggiati, insultati e scherniti dai presunti avversari "politici", preoccupatissimi per i loro eventuali successi.
Ancorché scoraggiati dal resto del volgo perennemente affannato e occupato nel sostegno o dileggio del "nulla".
Ancorché consapevoli di prodigarsi infaticabilmente per una mandria ormai informe di esseri viventi spesso inutili o controproducenti nel loro agire e che in realtà meriterebbero più onestamente l'oblio dei sensi piuttosto che l'eternità del dolore...
Ancorché scoraggiati dalla demenza senile di una collettività di fatto inesistente.
Ancorché tutto ciò... hanno ancora il coraggio di pianificare e pontificare di un futuro migliore.

E allora quale risposta vogliamo riservare a tali silenziosi ed invisibili individui?

Quella solita ed ignobile della "gente che pretendono": pretendono solo, pretendono adesso, pretendono e basta... senza nulla proporre, aggiungere, partecipare o rischiare?

O quella più insolita, rara ed unica delle persone disposte ad interrogarsi sul loro operato prima di giudicare quello altrui e disposte altresì ad apportare la loro esperienza in favore di tutti affinché da ciò ne scaturisca qualcosa di buono non solo per loro ma prima ancora per l'intera comunità?

Quale risposta vogliamo riservagli...?
Tenendo presente un fatto ineludibile!
Quegli individui di cui vaneggiavo siamo null'altro che noi stessi.
Nel silenzio delle nostre alcove.
Nell'assordante silenzio delle nostre speranze.
Nel tremendo silenzio delle nostre aspettative mancate che pretendiamo siano altri a dover risolvere, giustiziare, redimere o vendicare.

Chi lavora propone, magari critica o accetta critiche ma sempre nel merito e nella concretezza della prospettiva come della proposizione. Chi lavora si pone obiettivi con cognizione di causa nel solco di un percorso determinato che si propone infaticabilmente di portare a termine... nel migliore dei modi possibili.

Chi lavora non "ciancia" se non il tempo necessario per riposare o riflettere.

Chi lavora seriamente lo fa in silenzio e non rivendica mai i risultati raggiunti, utili per tutti, dando per scontato che il raggiungimento di quei risultati fosse per tutti un mero dovere ed uno scopo essenziale oltre che un sacrificio ben accetto e comunque intriso di soddisfazioni per chi abbia avuto il coraggio di intraprendere un tale cammino.

Chi lavora non pretende con arroganza ma rivendica solo il giusto rifuggendo ogni astio, acredine o superbia!

Ci sarebbe da chiedersi allora:
Ma chi è in realtà che sta concretamente lavorando in tal modo?

Ecco, a questo punto, fatevi una domanda e poi datevi una risposta (come piaceva sollecitare i suoi ospiti l'innocuo Marzullo...)

'O la strana sensazione che qui stiano tutti al mare a prendere il sole!

Elmoamf

domenica 10 luglio 2016

Numeri, proposizioni, preposizioni, presenze o silenziose sostanze?

Siamo un paese devastato.
E sì, lo siamo!
Siamo un paese devastato dalla Sindrome di Stoccolma.
Adoriamo i nostri aggressori sino a considerarle icone della nostra agognata libertà.
E viviamo di sprazzi, di illusioni, di pochi e fiochi minuti di enfasi e successo.
Viviamo di spettacolo: immediato, artigianale, da consumare subito, voyeuristico ma soprattutto "social".
Viviamo, in poche parole, di fantasmi!
Fantasmi della nostra coscienza incapace di prendere posizione o assumere responsabilità.
Fantasmi della nostra incoscienza capaci di prendere il sopravvento e assumere un'inappropriata predominanza sul nostro incerto incedere.
Fantasmi. Di giorno e di notte.
Fantasmi senza soste.
Iperboli di un'ipocrisia ed un'incoerenza che non siamo più in grado, assolutamente, di riconoscere.
Rispetto al nostro egoismo, alla nostra ingordigia, alla nostra avidità, al nostro lassismo.
Rispetto alla civiltà moderna che ci costringiamo a vivere come unica, irrimediabile, intoccabile, perfetta... nelle sue innumerevoli smagliature, volgarità, semplici ed inequivocabili "brutture".

Siamo un paese devastato.
E sì, lo siamo!

E allora basta un trafiletto di giornale per farci immaginare un futuro migliore... ma dentro si dovrebbe essere abbastanza consci che una rondine non fa primavera.
E la sostanza delle azioni giace più spesso nel silenzio e nelle denigrazioni che nel successo di effimeri scatti pubblicitari.

Della sostanza mai si parla e altrettanto si osserva... si vive passivamente senza rendersene il più delle volte conto.

Buon lavoro Nettuno, Italia, Europa...

Che la sostanza ed il silenzio siano con Voi!

Elmoamf

sabato 2 luglio 2016

L'inutile estremismo della Vittoria

Piangiamo la ns nazionale eliminata dalle semifinali del calcio europeo.
Ma non ci accorgiamo della mattanza dei ns vivai fagocitati da un estremismo della vittoria che spinge al paradosso la costruzione di una squadra.
Già la squadra di calcio come una metafora della stessa vita!
Si costruisce con pezzi altrui e poi si pretende che sia la propria.
Si annichiliscono le proprie virtù in nome di altre osannate perché "esteticamente" migliori e poi si piange sui propri fallimenti figli inevitabili di asservimenti al potere.
Che il potere giace nell'effimero e l'effimero si nutre di giocondi.
Giocondi che nel letto del fiume si specchiano puri ma sentendosi impuri non si piacciono.
E allora, nello sterco degli imbellettamenti cosmetici, cercano rifugio e adornandosene se ne compiacciono!
Che nella vita la sostanza è ormai in disuso o una mera presenza mentre l'apparenza un Assoluto... Unico motivo di urgente Esistenza!

Elmoamf

Teoremi intimidatori

E' di questi giorni la "notiziona" della manifestazione no-biogas "presenziata" dal neo sindaco di Nettuno.
E' di questi giorni come fresca anticipazione di aperta e/o in/condizionata partecipazione la presenza o la netta presa di posizione di un Istituzione rispetto ad altre più sibilline, riguardo tematiche controverse e di complessa valutazione (rispetto agli eventuali, presunti o inevitabili costi/benefici a causa di questa ricadenti) non solo per la irrequieta comunità locale ma per la indefinita, sfuggente e sprovveduta collettività in generale.
E' di questi giorni... e ne andrebbe dato merito a chi la evidenzia come a chi ne volesse o ritenesse doveroso (in qualsivoglia salsa) rimarcarne l'inopportunità... la notizia che il neo eletto Sindaco della Cittadina del Tridente sarà alla Testa di un corteo di contestazione... di quel corteo, anti centrali biogas da edificare sul suolo locale, che si contrappone antiteticamente in termini di salute e gestione del territorio (o quantomeno così appare e si propone), ai principi di una certa società che sostiene (legittimamente per carità!) di agire in nome di una altrettanto presunta libera iniziativa capace di generare a cascata benefici per la collettività nel rispetto inclusivo (o esclusivo?) dell'interesse personale.
La Notiziona non può essere derubricata (a mio modesto avviso) a "contorno" esiziale di poco conto!
Perché sottolinea una presenza ingombrante:
Quella di un'Istituzione!
Istantanea di un principio inderogabile in tempi di delegittimazione del potere precostituito, di narcisismo intellettuale inutile e deleterio, di arida assenza (non giustificata da giusta causa) dei poteri legittimati a governare...
Una presenza, quindi, non affatto da sottovalutare!

Eppure, non è di questo che ci dovremmo occupare o preoccupare.

Perché la stampa locale è abile sia nel mettere il sonnifero all'opinione comune, con veline edulcorate al balsamico cloroformio, che nel creare teoremi intimidatori con un cronismo d'inchiesta che sembra spesso costruito ad arte nei sotterranei di miseri conclavi da sottobosco.

Entrambi sterili strumenti di potentato ad uso e consumo di chi si sente infastidito o diversamente favorito da una certa classe dirigente dalla quale ci si aspetta, a prescindere, un predestinato comportamento.

Andrebbe quindi dichiarato con franchezza: il giornalismo d'informazione critica e responsabile o la critica giornalistica di approfondimento intellettuale... sono ormai defunte da tempo!
O chissà mai se in questo paese o angolo di mondo siano mai in verità esistite.

E' vero, personalmente pago dazio per non essere del luogo.

Come dicono in molti, sono un trapiantato ossia uno di coloro che si sono trasferiti, da altra residenza o domicilio provenienti. Approdati in loco nell'arco degli ultimi vent'anni. E del loco hanno vissuto o assistito solo alle "parentesi" (si fa per dire) susseguitesi loro malgrado dallo scioglimento del mandato Marzoli, quello delle infiltrazioni delle 'ndrine, che oggi fanno tanto folklore ma sembra non facciano più alcun timore.

Cosa ne posso sapere Io, povero ignorante forestiero, della storia di questo paese e delle sue faide cittadine?
Famiglie che tengono in pugno o in ostaggio un territorio di circa cinquantamila anime.
Clan che nel breve intermezzo di neanche un secolo son stati capaci di "edificare" fortezze d'intrecci ed interessi da ius sanguinis e ius primae noctis.

Cosa posso saperne Io giustamente?
Niente!
Perché così è in effetti.
Io, concretamente, non ne ho la più pallida idea!

Parenti di Amici di Dirigenti di Assessori di Ex Sindaci e/o Trombati, della politica locale che si fa nazionale e che da Anzio parte per Nettuno o Viceversa, per poi tornare indietro e fare il balzo in avanti perché si prospetta lo scranno parlamentare... mentre la famiglia sul territorio prospera di attività gentilizia che ramifica i propri tentacoli su castelli che nel tempo si son fatti di sabbia ma si crede ancora follemente quanto genuinamente che siano granitici.

Certo solo gli stolti o i folli possono credere che una goccia perpetua non potrà mai erodere un patrimonio e un dominio cesellato nel proprio vigore. E visto che ogni leader di siffatta caratura trae la propria forza dalla stucchevole e immancabile arroganza, il delirio d'onnipotenza è per ciò stesso tutelato e legittimato nel produrre aborti d'informazione capaci di esaltare o annichilire questo o quel leggiadro cavaliere che si esponga: come Alfiere o come Ronzino di un Bene o di un Torto,,, Inoppugnabile.

E' certo il fatto che siano stati scomodati i più santi quanto stantii proverbi per giustificare assunti, prese di posizione, conformismi o anticonformismi ideologici e/o propagandistici.
C'è chi aspetta infatti come il Cinese sul guado del fiume. C'è chi è pronto da un'eternità al "te lo avevo detto". C'è chi invoca il peccato ma non il peccatore e chi sostiene che a pensar male si fa peccato ma spesso c'è la zecca.

Sarà che sono stufo di questi stracci di quartiere e più che mai deluso da chi ritenevo altresì un onesto e schietto menestrello.

Non che non ne avessi fatto conto... di tal delusione.
Tutti su questa terra siamo costretti a sopravvivere.

Pochi hanno o hanno avuto il coraggio di morire per le loro opinioni ed in pochi sono morti da onesti, silenziosi, timidi e solitari servitori dello Stato o della Società od ancor più dell'Umanità come da essi stessi esposta e in spirito salvaguardata attraverso l'estremo sacrificio.

Io per primo non mi ritengo tra questi, all'altezza di questi, alla stregua di questi o dei loro successori, emulatori, imitatori, rivali, mistificatori ed impostori.

Ecco perché non mi vanto di giornalismo d'inchiesta.
Ecco perché non mi esalto in virtù divinatorie.
Ecco perché il dubbio è la mia unica certezza nella misura in cui il dubbio mi spinga ad un netto esame di coscienza che mi costringa ad una retta, decisa e distaccata considerazione della realtà.

Ecco perché il giornalismo è morto...

Perché nel mondo social interamente costruito sull'interattività delle maschere, quelle maschere tanto invise a Pirandello, non c'è posto né per la razionalità della commedia goldoniana né per il teatro di rivista d'italiana memoria... quella del tentativo di riscatto contro una demenza cronica nostrana... per intenderci.

E' evidente che Noi del Paese non abbiamo nulla da reclamare o dover o voler riscattare.

Neanche la dignità!

Perché (in ossequio al nostro legittimo padrone: "Mammona") abbiamo lasciato il "tutto" abbondantemente sotto i nostri calzari.

Calzari perennemente unti di sudore, di sangue ma ancor più tristemente di sterco... oltretutto elemosinato per poter campare...
Aho ma c'è Mammona!
Che fai ti ribelli?
Mammona s'arrabbia e poi so cz.....

Mammona! E sai cosa Leggi!

Elmoamf

lunedì 27 giugno 2016

Esperimenti di Implosione Istituzionale

La passione per la Democrazia è una brutta bestia.
Quando è sincera rischia di arroventarsi in pericolose autocombustioni.
Quando è programmata ossia pilotata ossia imposta, rischia di infrangersi sul muro asfissiante o soffocante della repressione del dissenso.
In ogni caso, sembrerebbe, la democrazia è pura utopia degna solo di interludi filosofici tra intellettuali tanto eretici quanto ininfluenti sulla realtà che giace.
La Democrazia è materia eterea, plasmata o plasmabile in dibattiti eruditi o in chiacchiere da bar, in un artefatto simbolico ed ancestrale, in un contenitore in cui c'è posto per tutto tranne che per i fatti nudi e crudi.
Si vuol dare spazio al peso e all'opinione di ognuno ma al tempo stesso si vuole limitarne l'ingerenza.
E se il peso o l'opinione non sono conformi poi alla maggioranza che ci si aspetta allora il tutto si trasforma in una deriva populista.
In realtà la Democrazia dei "puri" è un'oligarchia di fatto di pochi che ne tratteggiano limiti, circostanze, arpeggi e sfumature.
E allora quando si pavoneggia di potere al popolo, partecipazione dal basso, democrazia diretta... sarebbe opportuno prima pesare le opinioni, i fini e gli intenti perché sono quelli gli elementi che fanno davvero la differenza.
Non esiste nessuna democrazia senza un intelligenza collettiva attiva e non esiste al momento alcuna intelligenza collettiva attiva ed empatica alla base di una comunità sostanziale che creda nel valore della propria esistenza appunto come comunità.
E tutto ciò perché l'esistenza di una tale entità presupporrebbe ruoli e gerarchie ben definite in cui il rispetto delle proprie ed altrui posizioni se non assolutamente definito è quantomeno chiaro e intimamente percepito.
Perché ruoli e gerarchie, in tal senso, non escluderebbero affatto la partecipazione così come non discriminerebbero il prossimo in quanto frutto di affinità e logiche di condivisione concepite all'unico scopo e fine del benessere comune.
Utopia in altri termini.
Cari untori delle Democrazia, la superbia è il più fine e il più subdolo dei peccati. Vi lascia credere di essere onnipotenti per poi gettarvi indifferentemente e cinicamente tra i dannati!

Elmoamf

venerdì 17 giugno 2016

I compiti del Nuovo Sindaco!

Mai come questa volta va ringraziato il buon "Controcorrente.Name" che fornisce l'ottimo assist, sui doveri e poteri di un'amministrazione comunale chiamata a fare letteralmente le pulci ad anni di malaffare.
Il richiamo come la denuncia è d'obbligo!
Il prossimo Sindaco avrà un gravoso compito: mettere mano alla gestione mafiosa dell'ente.
E non perché sia Io a chiamarla spudoratamente e spregiudicatamente in tal modo ma perché gli elementi emersi e che continuano ad emergere, sul tessuto intensamente malavitoso in questa misera porzione di territorio, sono tanti e tali che richiedono un intervento determinato ed energico nonché sostenuto dal coraggio e dall'iniziativa "solidale" di tutta la popolazione.
Ecco allora che i candidati chiamati a ricoprire quel ruolo "ora" assai delicato, saranno sollecitati, in tutto e per tutto, nell'intraprendere il giusto cammino.
Da un lato un Chirurgo e dall'altro un Vice Questore.......
Ora non voglio fare il "malandrino" ma a parità di "integrità morale" e di "affidabilità" sulla persona che non trascenda in un rischio o deriva autoritaria... mi appare più congruo il secondo rispetto al primo! O No?
Ma non voglio fare campagna elettorale.
Da Malandrino metto solo pulci nell'orecchio per chi voglia o abbia la pazienza e la sostanza da ascoltare.
Si sa': C'è chi lancia il sasso e poi nasconde la mano.
Butta là una "caciara" come se fosse il mastino "watchdog" che punta il dito sul vivo e fa rischiare l'osso del collo al politico.
Io personalmente punto solo al benessere comune e rifuggo ogni ipocrisia ancorché la mia stessa presa di posizione fosse un completo abbaglio morale.
La malavita a Nettuno è accertata e accertabile.
Quanti dei recenti schieramenti elettorali possono vantarsi di non esserne stati nemmeno sfiorati?
Io dico pochi e su molti anzi su tutti pretenderei il così detto "screening".
Qualcuno l'ha chiesto?
Giusto uno lo ha fatto oltretutto sbeffeggiato per l'iniziativa.
Ecco allora che non mi nascondo affatto.
Forse avrò preso, ribadisco, il più grande abbaglio della mia Vita ma oggi come oggi solo su di un nome posso puntare per sperare in un cambiamento epocale di "atteggiamento" nei confronti della gestione del Benessere Comune... e non perché sia componente di un Movimento da più parti osteggiato e personalmente (nelle sue linee guida generali e nazionali) non completamente condiviso ma perché è sull'uomo che io punto e sull'uomo che io pretendo un impegno che vada "oltre ogni limite".
Il limite del coraggio e dell'assunzione delle proprie responsabilità nella gestione della Res Publica.

Elmoamf

lunedì 13 giugno 2016

Comunque vada sarà un Bluff

Cari Esigui lettori siete pronti al ballottaggio?
Piovono rane, come redarguiva quel film, ma i più fanno spallucce e continuano nel solco della propria vita "esumenziale".
Disseppellire, rispolverare, rivangare, rievocare, recuperare le cariatidi di un tempo defunto ove il ciclostilato del passato rendeva e rende il mondo più edulcorato e meno aggressivo o pauroso o intrepido da affrontare.
Così passa il tempo e così si avvicendano le stagioni... e nel frattempo i figli crescono e crescono le generazioni... ma nel limbo tutto rimane congelato come congelate rimangono le visioni: della realtà, delle connivenze, delle celebrazioni, degli equilibri precari e delle precarie condizioni su cui una società si regge e costringe a reggersi anche le proprie filiazioni.
Siete pronti al ballottaggio?
Penso di no.
Non siamo pronti ad assumerci responsabilità che pretendono sacrifici, difficoltà, accuse e incomprensioni in nome di un bene comune che non ci appartiene e che viene continuamente sdegnato in nome del particolare in una ipocrita rincorsa del potere combattuta a colpi di presunta irreprensibilità.
Non siamo pronti semplicemente perché ce ne freghiamo.
Viviamo in un mondo il cui "predominio" è figlio unicamente dell'interesse personale.
Chi si vanta di un disincantato spirito da "benessere comune ispirato" è un ingenuo o un astuto usurpatore della realtà.
Un imbonitore che nella società del Bonus imbastisce ed intreccia relazioni audaci nell'auspicio del raggiungimento di "facili ed innocui" obiettivi.
Siamo pronti al ballottaggio?
Se è Sì allora Vi è un unica risposta: Mettiamoli alla prova!

E al tempo vi sarà un unica alternativa: riprendiamoci la Ns dignità di uomini!

Elmoamf

domenica 12 giugno 2016

Giornalismo anticonformista d'istruzione di massa

Lo ammetto: sono un assiduo fruitore dei giornali locali!
Ogni sabato mi reco dal mio giornalaio preferito ed acquisto, al modico prezzo di una colazione per due, i settimanali di rito allo scopo di strappare" le mie copie di "informazione locale".
Non ha caso ho utilizzato il termine "strappare" perché foriero di un grosso malinteso, nel recente passato, con il "deus ex machina" della testata di "Controcorrente.name" che mi procurò un immediata espulsione tra i suoi contatti social.
Fu un equivoco, appunto, perché quel termine voleva semplicemente e soltanto sottolineare una frenesia nell'apprendere le ultime notizie sulla Nettuno da Vivere, dalla viva voce dell'unico esponente di giornalismo d'inchiesta locale.
Presi la cosa con filosofia e non mi addannai più di tanto per chiarire il fraintendimento.
Optai per una doverosa precisazione mandata per via indiretta ma in ogni caso circostanziata, nella quale esprimevo il mio rammarico per l'avventato uso del termine.
Conclusi lì le mie scuse (estremamente opportune e dovute indubbiamente) perché non sono uso ad incensamenti oltre misura.
Il melenso, la glassa e lo zuccheramento della realtà a fini di una spesso falsa riconciliazione, per quanto non possa effettivamente o tangibilmente apparire, non mi appartiene affatto!
Sono un tipo arcigno e non dimentico facilmente.
E forse è questo mio "difetto" che mi porta oggi ad una delle più feroci critiche che abbia mai avuto voglia di esprimere.
E non per l'uomo... cui il rispetto è sempre dovuto (...a prescindere, parafrasando il magico Totò), non è per l'uomo che m'indigno!
Ma per il principio (Colpevolmente? Gravemente? Consapevolmente? Proditoriamente? Ingenuamente?) volgarmente calpestato.
Quel principio e quei principi di cui in troppi ci vantiamo ma per i quali è del tutto evidente che nessuno di noi è in grado di dimostrare di esserne all'altezza.
Leggo in continuazione di "questione morale", di malaffare, di una Nettuno che si fa beffe delle norme, dei regolamenti, delle leggi... di clan, di cosche, di inciuci, di infiltrazioni in questo o quello ufficio politico, tecnico, comunale.
Leggo e leggo e spesso mi appassiono ma non posso nascondere un certo malessere ed un certo fastidio quando lo scritto, che si vanta di un certo distacco, appare tutt'altro che superpartes e sembra in effetti costruito per disegnare architetture il cui sospetto suscitato possa fungere da efficacie bomba ad orologeria contro un target "particolarmente" definito.
Questo non è giornalismo d'inchiesta e neanche decisa, disinteressata e spregiudicata denuncia senza macchia.
Tutto ciò appare, più che altro, sottile sotterfugio per creare ad arte: esasperazioni, preoccupazioni, dubbi e recriminazioni. Elementi che, a tempo debito, torneranno forse utili per costruire altri scenari e teoremi che possano rafforzare o affossare future posizioni di potere.
Si ha paura o fastidio del nuovo che avanza?
E sì! Mi riferisco al 5 Stelle che esplode quale primo movimento politico cittadino, nelle percentuali di votazione, ed approda sicuro al ballottaggio.
E mi riferisco al caravanserraglio che appoggia l'altro contendente, colmo di compromessi ed accordi cui la lucidità ha lasciato forse solo il tempo che è riuscita a trovare.
Improvvisamente torna l'ombra di un Vice Questore alla testa di un movimento politico e dall'altro lato un'uomo impegnato, che può vantare nel proprio curriculum la partecipazione e missioni umanitarie nei paesi del sud del mondo, che prende pubblicamente l'impegno si scovare sotto le macerie dell'ufficio tecnico.
Allora l'incenso va al secondo e tutte le preoccupazioni sono rivolte al primo!
Ma che razza di modo è questo d'intendere il giornalismo?
Le critiche si fanno nel merito, nella verità ricercata, nel coraggio ma soprattutto nell'onesta intellettuale nei confronti della quale siamo e saremo sempre enormemente debitori.
Chi scrive mette sempre in anteprima il dubbio...  sulle proprie capacità di analisi in primis.
E non perché debba forzatamente ritenermi inadeguato, incapace o inopportuno rispetto al mio pensiero, del quale non possa neanche vantare sicurezza.
Affatto!
Proprio perché sicuro della mia identità e della mia volontà nonché della determinazione che infondo nella ricerca della necessaria "purezza" in ciò che "dico", espongo il mio pensiero e la mia visione prima al vaglio della cognizione da un altro punto di vista che non sia il mio appunto.
Cercando d'immedesimarsi per quanto possibile... e per quanto possibile comprendere il punto di vista altrui... necessariamente non partendo dal sospetto "tout court", influenzato e di parte, cui ognuno di noi inevitabilmente è soggetto.
Ecco allora che quel dubbio s'insinua e porta con se una coltre di fumo di cui personalmente sempre diffido.
Sono nato complottista "anchi'io" ma spero di aver imparato a distinguere tra complotto ed opportunismo.
Vedete, cari esigui lettori, il complotto è quel complesso di azioni e reazioni programmate a tavolino da qualcuno che tende a raggiungere obiettivi ai più invisi ma inconsapevolmente dalla massa sostenuti, sotto l'attenta e articolata regia di scaltri quanto spregiudicati "intellettuali".
L'opportunismo, diversamente, è quel complesso di azioni e reazioni che si adeguano ad un complotto o meno esistente al fine di raggiungere un obiettivo il cui interesse è meramente personale e particolare e nulla ha a che vedere con una visione intellettuale o di più ampio spettro della realtà ideale.
Ora se il primo può facilmente suscitare biasimo per lo scopo occulto che inevitabilmente è capace di sottendere... il secondo è del tutto "diabolico" per le motivazioni spesso infime con cui è capace di giustificarsi.

Elmoamf

martedì 7 giugno 2016

Quelle strutture lasciate colpevolmente al caso

Se da un lato il detto "di necessità virtù" spesso giustifica situazioni improvvisate dall'altro chi vive d'improvvisazione non può pretendere di governare.

E questo vale sia per chi vanta capacità, tutte tra l'altro ancora da dimostrare, sia per chi può far valere una certa esperienza, tutta tra l'altro attentamente da ponderare.

La verità, per personale ed umile considerazione, è che quando le cose o meglio certe cose si lasciano al caso non è il caso a prendere il sopravvento ma l'auto-implosione,

E allora è perfettamente inutile rivendicare ogni sorta di integrità morale, di volontà ancestrale, di sostegno o affossamento virtuale.

La determinazione, nel creare un nuovo soggetto senziente, capace di intendere e di volere e pertanto, solo ed unicamente attraverso questo passaggio, capace anche inequivocabilmente e autonomamente di esistere, è un processo che richiede: pazienza, costanza, autorevolezza, competenza, ottica, lungimiranza, progettualità... e un pizzico di "culo" (che non guasta mai).

Svegliarsi la mattina e dire: "oggi metto su una cosa... e poi glie le canto io a tutti quanti..."
E' roba da tristi dilettanti allo sbaraglio, tanto innocui quanto sboroni!
Quel tipo di dilettanti che vendono sovente la pelle dell'orso prima di averlo catturato e biasimano il prossimo perché no 'l' "ha" votato.

Signori miei, le strutture non si lasciano colpevolmente al caso così come i progetti non s'inventano sommariamente e sbrigativamente all'unico scopo di riempire un vuoto.

Perché se per raggiungere un obiettivo esiste più di una strada, la sola che potrà autenticamente realizzarlo sarà quella intrapresa con una ferrea, consapevole e critica volontà!

A buon intenditor poche parole!

Elmoamf