Nettuno Porto e Borgo

Nettuno Porto e Borgo

mercoledì 26 novembre 2014

Nettuno - Cantieri in Costruzione

Immaginiamo uno spiazzo, un terreno, una superficie...
E poi immaginiamo un idea !

Ecco, non c'è cosa più difficile che immaginare un idea o meglio immaginarla e poi tradurla nella realtà.

Perché l'idea alle origini è sempre bella.

E' quando si tenta di realizzarla che remano tutti contro!

Disfattisti, opportunisti, interessati, confusi, superbi, saccenti, bastian contrari, arroganti, malavitosi, speculatori, sprovveduti ed infine, ultimi ma non ultimi anzi "subliminalmente" primi: gli Inetti.

Gli Inetti sono il collasso di questa società... ma non riuscirebbero ad esser tali senza il nostro colpevole aiuto!

Buonanotte con un pensierino acido:

"Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile"

Elmoamf

sabato 15 novembre 2014

Res Publica - Quando e Dove si è perso il senso Civico?

Principi fondamentali

Quando e dove abbiamo perso la sovranità ma soprattutto la partecipazione ai diritti e doveri di una comunità civica e sociale?
La domanda è di fondamentale pertinenza, nella misura in cui oggi sembra sfuggirci tutto di mano:
La solidità economica, la coesione familiare, la solidarietà sociale, la responsabilità personale...
Dove è morta la partecipazione alla vita quotidianità di una comunità organizzata di persone.
Una comunità che si fa carico delle difficoltà, dei problemi, delle criticità ma anche delle occasioni, delle opportunità e delle esperienze e capacità dei propri appartenenti, in sodale (appunto) comunione d'intenti!
Quando e dove abbiamo perso questo "crisma"?
Questo tassello invisibile ma fondamentale del viver comune?
E dove, soprattutto, è andata a finire, a risiedere, a dimorare quella sovranità, quella responsabilità... in altri termini: Quel Potere?
Ecco quale dovrebbe essere la questione fondamentale!
A chi, allegramente, superficialmente, liberamente e troppo facilmente... abbiamo demandato e quindi lasciato (senza colpo ferire) tutto il potere nella gestione della Res-Publica.
Nella speranza che qualcuno si facesse carico delle ns speranze, delle ns necessità, delle ns esigenze ma anche delle ns incapacità, dei ns limiti, dei ns bisogni insoddisfatti ed insoddisfabili da miseri autodidatti... ci siamo affidati (mani e piedi) ad una categoria intermedia di tecnici e burocrati, esperti politici... di professione "imbonitori".
E' qui che abbiamo perso il senso Civico.
E' qui che abbiamo delegato alle ns capacità, attitudini, peculiarità.
E' qui che abbiamo ceduto la sovranità!
Certo, di per se, cedere la sovranità non necessariamente deve o dovrebbe essere un male se tale sovranità si riesca ad esercitarla nel solco e nella filosofia degli articoli sopra citati, in ossequio e nel rispetto di tutte quelle ulteriori enunciazioni "fondamentali" in termini di diritti e doveri, umani e costituzionali.
Ahimé, nella realtà del divenire quotidiano, difficilmente ciò avviene. Tutti troppo spinti ad aggredire il prossimo, confusi ed agitati. Recriminando su comportamenti devianti o gridando ingiustizie più per invidia, per ignoranza o per sopravvivenza che per sostanziale denuncia o richiamo diretto ad un agire più virtuoso da parte di ognuno, noi stessi in primis.
La guerra tra poveri è ormai da tempo iniziata e giova alla nomenclatura al potere, al "dividi et impera", tanto quanto lo spargere le briciole di una presunta presenza, potenza, pietà ed identità giovi alle classi dirigenti nell'ammansire la folla di dimostranti e dei loro rappresentanti, nella disperata ricerca di consenso e riconoscimento. Un riconoscimento costretto e precluso nell'interesse particolare, nello sterile tornaconto.
E' qui che la Res Publica ha ceduto il passo ad una più proficua immagine pubblica.
Un'immagine fatta di agganci e di conoscenze, di sotterfugi e ben costruite reti di appartenenze.
Dosata su pesi e misure di specifici strati solidificati di tornaconti e convenienze.
Una filosofia malata nell'intendere il ruolo effettivo della partecipazione sociale che ha infettato gravemente il sentire del popolo, dei cittadini, di ogni singolo individuo nel suo approccio alla condivisione della propria realtà, della propria presenza, delle proprie qualità e capacità.
Nulla più si fa o si intraprende per uno scopo più alto, per un bene comune da condividere, per un futuro da realizzare onestamente insieme...
Tutto è annichilito nell'individualismo, nel lucro, nel volgare consumo o possesso fine a se stesso.
Tutto è annichilito in un vuoto, vacuo e presunto prestigio personale che nulla apporta alla concreta ed effettiva risoluzione pratica delle difficoltà, delle emergenze come delle incombenze quotidiane, delle semplici (tanto piccole, quanto grandi) contrarietà od ostacoli che s'incontrano costantemente nell'umano incedere.
E' in questo percorso fumoso ed al tempo stesso austero che si è perso il senso civico di partecipazione ed incisione in quelle scelte e disposizioni che alla fine ci riguardano (coercitivamente) tutti da vicino.
Ecco allora la necessità di far emergere un nuovo soggetto ed una nuova o meglio rinnovata filosofia d'approccio alla Res-Publica.
Eccolo all'alba del suo percorso, nel solco delle sue esperienze gravide di opportunità, negli intenti e negli auspici, nelle speranze e nella fiducia da nutrire verso il suo orizzonte:
IL COMITATO 25 OTTOBRE - NETTUNO CITTA' DEI CITTADINI
Getta le basi per le nuove fondamenta civiche e partecipative.
Il futuro è nelle nostre mani... non dimentichiamolo mai!
Elmoamf

venerdì 7 novembre 2014

Oltre all'Onore, gettiamo la Spugna!

Debbo dire che forse è una fortuna che qui si è in pochi e quindi sostanzialmente non ci legge nessuno, altrimenti sai che dolori e mal di pancia!

E’ già! Perché la farsa che continua a consumarsi, sotto gli occhi allibiti di qualcuno, esterrefatti di qualcun altro e divertiti di tutti (evidentemente), è degna del miglior spettacolo della rivista italiana del primo novecento.

La drammaticità degli eventi condita da una certa sapienza nell’arte di arrangiarsi e di trasformare i disastri in burla, i problemi in occasioni o meglio in sotterfugi, le difficoltà e le disgrazie in sonore risate da quadretto tragicomico!

Non si salva nessuno. Non si salvava prima e certamente ancor meno adesso.

Tutti attori di una stessa messa in scena.

I ladri in doppiopetto da un lato, i farabutti in jeans e maglietta dall’altro, i furbi in panni casual da un altro ancora, i rappresentanti e difensori delle istituzioni che governano , amministrano e controllano (o perlomeno si presume che lo facciano o si prodighino a farlo), i contestatori di piazza che sbraitano, urlano, inveiscono, i sostenitori dei principi democratici e gli oppositori ai principi democratici, i fautori della partecipazione dei cittadini alle responsabilità comuni e quelli che nutrono perplessità nell’effettiva valenza, capacità, efficacia ed opportunità che tali cittadini partecipino fattivamente… e via di seguito discorrendo.

Sembra che il territorio sia ormai preda non tanto del malaffare tout court ma di una pandemia demenziale che ha infettato come un virus letale ogni mente ed ogni coscienza, abile o inabile, ignorante o senziente.

Una cappa opprimente ed asfissiante, sovrastante il cielo sopra Nettuno, che preme come un enorme pistone pneumatico sulle casse toraciche dei suoi cittadini non permettendo a nessuno di respirare e ragionare lucidamente.

Si è stretti nell’urgenza di additare un colpevole, il colpevole.

E non importa se chi punta il dito è a sua volta immerso nel fango della sua ipocrita “onestà”, correttezza, equità e rettitudine, perché qui c’è solo d’accusare, c’è solo spazio per aggredire e nessun margine per ponderare, meditare e riflettere sugli scheletri nell’armadio nascosti nel privato di ogni stanza da letto.

Suvvia siamo seri, accuse ed accusatori, accusati e contro-accusatori, gettiamo la maschera dei finti indignati, dei facoceri e degli imbonitori ed imbracciamo chi la penna, chi il forcone, chi il megafono e chi il codice civile o penale.

Diamo libero sfogo a questo pattume, a questo marciume. Diamogli un significato definitivo e sostanziale: Qui il più pulito c’ha la rogna eppure schifa l’odore del vicino.

Allora siamo condannati tutti alla fogna?

Mi vien da dire: Oltre all’onore sembrerebbe inevitabile gettare definitivamente anche la spugna!




lunedì 3 novembre 2014

Bilancio Partecipativo e Bilancio Partecipato

Bilancio Partecipativo e Bilancio Partecipato
Strumenti a Confronto
Ipotesi di lavoro

Dovrebbe essere sufficientemente ovvio che si stia lavorando per migliorare "le cose" e non per approfittarsene e pertanto rischiare di peggiorarle, sostanzialmente "fregandosene" rispetto alle conseguenze delle proprie azioni.

Pertanto alla base di questo impegno e di questo studio vi è e vi deve essere una sottintesa e sostanziale responsabilità degli attori in gioco.

Ciò premesso, affrontiamo la tematica per approcci  via via più dettagliati ed approfonditi.

Agendo però e necessariamente passo passo ossia con metodologia, pazienza e tentativo di essere i più esemplificativi e semplici possibili nell'esposizione e nella diffusione dei contenuti.

Il primo passaggio, quindi, verte nella distinzione o meglio nella messa in evidenza non solo delle terminologie con le quali si indicano i mezzi da utilizzare ma anche delle metodologie attraverso le quali esse stesse si differenziano.

L'oggetto di analisi, in questo contesto, è il Bilancio: "summa" dell'attività amministrativa e gestionale (di indirizzo politico, sociale ed economico) di una comunità organizzata.

E' evidente (per alcuni ma ahimé ancora non per molti) che la fase di analisi, costruzione, elaborazione, gestazione e "parto" definitivo di un Bilancio sia la chiave di volta sulla quale poi si poggino le architravi direzionali che dovrebbero generare equilibrio e distribuzione dei pesi e contrappesi degli investimenti e delle risorse a disposizione.
Sia in meri termini contabili di entrate e di uscite: economiche, patrimoniali e finanziare.
Sia in più specifici termini di programmazione: di spesa, di costi, di ricavi e soprattutto di ricaduta civica e sociale.

Conseguenzialmente: Il tema del bilancio è un oggetto assai oscuro.

Data la natura della sua essenza ossia dato l'aspetto prettamente tecnico che esso evoca, il Bilancio può apparire come un corpo estraneo (alieno) a tutti coloro che vogliano dare un fattivo contributo alla gestione e valorizzazione delle ricchezze insite nella propria comunità.

Apriamo qui una piccola parentesi: Le ricchezze nascoste!

Cosa sono le ricchezze nascoste?

Sono tutte quelle capacità, insonni, insite nell'intelletto umano ma non sufficientemente supportate dalla veglia dello stesso intimo intelletto che le custodisce.

In altri, più semplici e diretti termini, sono quelle competenze, professionalità, conoscenze, esperienze, padronanze di argomenti e perizie di approcci e realizzazione di progetti che istintivamente tendiamo a trascurare quale valore aggiunto delle opportunità personali nel tentativo di realizzazione di lavori sociali e di gruppo spinti da quell'istintivo spirito di appartenenza nella gestione civica e comunitaria di un territorio.

Chiusa la breve parentesi... di sprone all'iniziativa ed alla partecipazione di tutte quelle realtà intellettuali dormienti... Torniamo al Bilancio!

La natura "erroneamente" aliena del Bilancio risulta essere l'oggettivo elemento di ostacolo ad una maggiore partecipazione critica e responsabile alla sua formazione.

Nell'ambito dei tentativi di sviluppo di una maggiore consapevolezza e partecipazione attiva dei soggetti individuali e collettivi delle diverse comunità caratterizzanti il territorio, si è sviluppato il concetto di Bilancio Partecipato e Bilancio Partecipativo.

All'apparenza sinonimi, queste due tipologie e metodologie d'azione distinguono, diversamente due specifici approcci nelle possibilità, eventualità e direttrici insite nelle dinamiche di realizzazione del Bilancio stesso.

Per tale motivo è necessario metterne in evidenza le sostanziali peculiarità organizzative, partecipative e realizzative, al fine di individuare tra di esse lo strumento più adatto alla particolare situazione locale e territoriale.

Ancorché non vi sia una sufficiente e storica letteratura sull'argomento (godendo in tal caso del sostegno intellettuale di "studi" sicuramente più autorevoli di queste poche righe) potremmo sufficientemente definire l'ambito d'azione d'intervento di entrambi nei seguenti modi:

Il Bilancio Partecipativo:

"Il Bilancio Partecipativo è un metodo di formazione del bilancio preventivo che richiede la partecipazione diretta dei cittadini alla redazione di specifici capitoli di spesa nei limiti di quanto appositamente stanziato dall'amministrazione pubblica"

Il Bilancio Partecipato:

"Il Bilancio Partecipato si sostanzia nella partecipazione popolare alle decisioni inerenti gli interventi pubblici e si realizza attraverso incontri con la cittadinanza finalizzati alla conoscenza del bilancio dell'Ente pubblico così come proposto e all'accoglimento, per il tramite della mediazione dei soggetti dotati di rappresentanza politico-sociale, delle istanze direttamente provenienti dai cittadini"

Ora! La capacità dell'uno o dell'altro d'incontrare le fattive esigenze di una comunità, articolata, complessa e diversificata rispetto alle proprie esistenze, provenienze ed evidenze (sociali-culturali-religiose) è assai ardua.

Per tale motivo nasce il bisogno e la necessità di individuare e quindi stabilire le priorità di una cittadinanza attiva.

Priorità che debbano tener conto della volontà di ognuno di esporsi con il proprio intelletto e le proprie capacità nell'individuazione di percorsi atti a realizzare un benessere comune il più comunemente, realisticamente e potenzialmente realizzabile

Nell'ottica di tale obiettivo nasce l'esigenza di approfondimento di determinate tematiche che siano in grado di raccogliere e coagulare intorno a loro personalità in grado di esprimerle al meglio.

Partendo da un "simile" presupposto, si esprime l'esigenza e quindi il richiamano di tutte quelle intelligenze, personalità e competenze in grado di tradurre in elementi pratici, perseguibili e conseguenzialmente realizzabili le istanze di una comunità territoriale fondata su valori di condivisione e crescita individuale (personale) e collettiva (comunitaria)!

Elmoamf

Pizzini 2.0

Un tempo dominavano i pezzettini di carta.
Era con quelli che s'impartivano ordini e si lanciavano precisi messaggi. Poi fu l'epoca dei post-it, anzi no, perché anche quelli erano pezzi di carta, solo un po' più colorati e con l'eventuale vantaggio di una patina adesiva. Ma duro poco perché nell'era del villaggio globale i pezzetti di carta non servono più o meglio non servono più a quel preciso scopo, soppiantati oramai dal più funzionale (immediato, gratuito ed onnicomprensivo) social network.
Eccolo il pizzino moderno:
lo "stato" Facebook o (per i più sofisticati ed intellettuali) il tweet laconico.
Bastano poche righe e chi deve capire si adegui altrimenti il linciaggio (mediatico fino ad un certo punto) non si fermerà e gli animi aizzati passeranno dalle parole ai fatti.
I fatti!
Quelli tristi da cronaca nera anzi cronaca sporca 2.0!
Povera Italia o poveri pizzini o poveri post-it?
No, poveri noi uomini più simili a bestie fameliche ed atroci che ad esseri senzienti e responsabili.


Inhumanity - Work in progress!
To be Continued...