Nettuno Porto e Borgo

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venerdì 10 ottobre 2014

Spezzo una lancia, affinché il linciaggio non raggiunga nessuno...

Spezzo una lancia, affinché il linciaggio non raggiunga nessuno...
Pare, si dice, sembra, si discute, qualcuno giustamente interviene e sollecità, qualcuno pesantemente sottolinea o accusa, altri legittimamente si pongono la questione... sul fatto o meno che una determinata testata pressoché on-line svolga ruolo di parte (politica) e non quello corretto d'informazione.
L'interrogarsi è lecito, il presupporre è altrettatto libero.
E ciò poiché nel solco della Costituzione: giustizia e libertà rappresentano specifici cardini del viver civile e comune.
Ma l'accusare, il diffamare o il delegittimare sono tutti soggetti a precisi (sempre si spera naturalmente) codici, leggi e normative.
Percui è d'obbligo, in ogni occasione, tener presente la gravità, relatività o preponderanza giuridica delle proprie affermazioni.
Ciò premesso, il mio intervento vuole essere il più aperto possibile, nella misura in cui ci si accinga a richiamare ognuno alla propria coscienza, non solo di divulgatore partecipe alla realtà sociale ma soprattutto d'informatore consapevole.
Non si può fare informazione senza ritenere che il proprio lavoro sia effettuato in totale spirito di servizio.
Poiché il rischio maggiore, in tali casi, è quello appunto di svolgere un ruolo clientelare:
Per se stessi;
Per il Boss di turno;
Per l'ideologia dominante cui ingenuamente ci si è sposati... mani e piedi.

Diversamente, il ruolo dell'informatore acritico dovrebbe, a mio stretto avviso, essere proprio il ruolo dell'osservatore super partes fortemente critico.
Perché?

Perché criticare senza aver paura di perdere, senza aver nulla da perdere... ribadisco nulla... è un mestiere che in pochi si possono permettere.

Ognuno di noi soffre o è soggetto alle proprie debolezze.
Ma al cospetto della propria coscienza, volenti o nolenti, si è costretti comunque a fare i conti con se stessi.
Se poi tali conti si riesce a farli pagare a qualcun altro...
E sia!
Ognuno ne risponderà probabilmente al creato.. nella speranza poi o magari che non risponda o faccia lo "gnorri".

Di fronte alla realtà, di fronte ad una tale realtà così infida e ondivaga, siamo però tutti possibili vittime del predatore di turno.
Un predatore spietato che non farà ostaggi o martiri ma solo cadaveri.

In quest'ottica, informare per servire una comunità o informare per sollevare dalle responsabilità... è cosa ben diversa.
Soprattutto quando si rischia con la seconda opzione di fare il gioco di alcuni che di quelle responsabilità si son fatti interpreti e per tal motivo sono assurti (grazie ad un evidente appoggio - popolare o di altra natura) all'attenzione o direzione o gestione di determinati interessi, spesso di natura pubblica.

Altrettanto diversa è la natura di un'accusa: se essa sia frutto di un'apprezzabile regola deontologica capace di constatare l'effettiva sostanza degli elementi alla base della sua origine o quando questa sia unicamente frutto di un malumore intimamente, vagamente o etereogeneamente ed esternamente condotto e controllato.
Sono due fattori, due elementi, ben diversi e probatori, socialmente quanto giuridicamente rilevanti.

E' per tal motivo che spezzo una lancia.
Poiché, fino a parola contraria, vi è la presunzione d'innocenza penalmente e costituzionalmente garantita.
L'etica non è materia giurisprudenziale, pertanto può per certi versi derogare ad una determinata prassi.
Ma l'etica giornalistica come quella politica e sociale, a prescindere da ogni legge o quieto vivere, dovrebbe far parte di quel corpus di virtù capaci di animare lo spirito umano.
Ogni spirito che si accinga a fare i conti, appunto, con la propria libera coscienza ossia con il proprio libero arbitrio.

Ognuno di noi è libero di raccontare favole o crude realtà o realtà edulcorate, emotivamente indotte o naturalmente sentite, a seconda delle proprie necessità, predisposizioni o ambizioni.
Al tempo stesso, ognuno di noi, presto o tardi, si trovera costretto a tirar le somme della prorpia attività umana.
In quel frangente (probabilmente ognuno giustamente confida) si avrà ogni possibilità di verificare tutte quelle criticità che ora contraddittoriamente appaiono come superficiali.
Vaghe od inopportune intromissioni esterne o sollecitazioni indesiderate.
Riconoscimenti o disconoscimenti di gradi conquistati con diritto o arroganza o sopruso o merito sul campo.

La natura della vita cela spesso la sua reale identità in quanto ogni natura è frutto più che altro di umani dubbi e perplessità.

E' per questo che "Auguro" ad ognuno un estenuante quanto sano esame di coscienza!

Elmoamf

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