Nettuno Porto e Borgo

Nettuno Porto e Borgo

venerdì 7 novembre 2014

Oltre all'Onore, gettiamo la Spugna!

Debbo dire che forse è una fortuna che qui si è in pochi e quindi sostanzialmente non ci legge nessuno, altrimenti sai che dolori e mal di pancia!

E’ già! Perché la farsa che continua a consumarsi, sotto gli occhi allibiti di qualcuno, esterrefatti di qualcun altro e divertiti di tutti (evidentemente), è degna del miglior spettacolo della rivista italiana del primo novecento.

La drammaticità degli eventi condita da una certa sapienza nell’arte di arrangiarsi e di trasformare i disastri in burla, i problemi in occasioni o meglio in sotterfugi, le difficoltà e le disgrazie in sonore risate da quadretto tragicomico!

Non si salva nessuno. Non si salvava prima e certamente ancor meno adesso.

Tutti attori di una stessa messa in scena.

I ladri in doppiopetto da un lato, i farabutti in jeans e maglietta dall’altro, i furbi in panni casual da un altro ancora, i rappresentanti e difensori delle istituzioni che governano , amministrano e controllano (o perlomeno si presume che lo facciano o si prodighino a farlo), i contestatori di piazza che sbraitano, urlano, inveiscono, i sostenitori dei principi democratici e gli oppositori ai principi democratici, i fautori della partecipazione dei cittadini alle responsabilità comuni e quelli che nutrono perplessità nell’effettiva valenza, capacità, efficacia ed opportunità che tali cittadini partecipino fattivamente… e via di seguito discorrendo.

Sembra che il territorio sia ormai preda non tanto del malaffare tout court ma di una pandemia demenziale che ha infettato come un virus letale ogni mente ed ogni coscienza, abile o inabile, ignorante o senziente.

Una cappa opprimente ed asfissiante, sovrastante il cielo sopra Nettuno, che preme come un enorme pistone pneumatico sulle casse toraciche dei suoi cittadini non permettendo a nessuno di respirare e ragionare lucidamente.

Si è stretti nell’urgenza di additare un colpevole, il colpevole.

E non importa se chi punta il dito è a sua volta immerso nel fango della sua ipocrita “onestà”, correttezza, equità e rettitudine, perché qui c’è solo d’accusare, c’è solo spazio per aggredire e nessun margine per ponderare, meditare e riflettere sugli scheletri nell’armadio nascosti nel privato di ogni stanza da letto.

Suvvia siamo seri, accuse ed accusatori, accusati e contro-accusatori, gettiamo la maschera dei finti indignati, dei facoceri e degli imbonitori ed imbracciamo chi la penna, chi il forcone, chi il megafono e chi il codice civile o penale.

Diamo libero sfogo a questo pattume, a questo marciume. Diamogli un significato definitivo e sostanziale: Qui il più pulito c’ha la rogna eppure schifa l’odore del vicino.

Allora siamo condannati tutti alla fogna?

Mi vien da dire: Oltre all’onore sembrerebbe inevitabile gettare definitivamente anche la spugna!




Nessun commento:

Posta un commento