Nettuno Porto e Borgo

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domenica 12 giugno 2016

Giornalismo anticonformista d'istruzione di massa

Lo ammetto: sono un assiduo fruitore dei giornali locali!
Ogni sabato mi reco dal mio giornalaio preferito ed acquisto, al modico prezzo di una colazione per due, i settimanali di rito allo scopo di strappare" le mie copie di "informazione locale".
Non ha caso ho utilizzato il termine "strappare" perché foriero di un grosso malinteso, nel recente passato, con il "deus ex machina" della testata di "Controcorrente.name" che mi procurò un immediata espulsione tra i suoi contatti social.
Fu un equivoco, appunto, perché quel termine voleva semplicemente e soltanto sottolineare una frenesia nell'apprendere le ultime notizie sulla Nettuno da Vivere, dalla viva voce dell'unico esponente di giornalismo d'inchiesta locale.
Presi la cosa con filosofia e non mi addannai più di tanto per chiarire il fraintendimento.
Optai per una doverosa precisazione mandata per via indiretta ma in ogni caso circostanziata, nella quale esprimevo il mio rammarico per l'avventato uso del termine.
Conclusi lì le mie scuse (estremamente opportune e dovute indubbiamente) perché non sono uso ad incensamenti oltre misura.
Il melenso, la glassa e lo zuccheramento della realtà a fini di una spesso falsa riconciliazione, per quanto non possa effettivamente o tangibilmente apparire, non mi appartiene affatto!
Sono un tipo arcigno e non dimentico facilmente.
E forse è questo mio "difetto" che mi porta oggi ad una delle più feroci critiche che abbia mai avuto voglia di esprimere.
E non per l'uomo... cui il rispetto è sempre dovuto (...a prescindere, parafrasando il magico Totò), non è per l'uomo che m'indigno!
Ma per il principio (Colpevolmente? Gravemente? Consapevolmente? Proditoriamente? Ingenuamente?) volgarmente calpestato.
Quel principio e quei principi di cui in troppi ci vantiamo ma per i quali è del tutto evidente che nessuno di noi è in grado di dimostrare di esserne all'altezza.
Leggo in continuazione di "questione morale", di malaffare, di una Nettuno che si fa beffe delle norme, dei regolamenti, delle leggi... di clan, di cosche, di inciuci, di infiltrazioni in questo o quello ufficio politico, tecnico, comunale.
Leggo e leggo e spesso mi appassiono ma non posso nascondere un certo malessere ed un certo fastidio quando lo scritto, che si vanta di un certo distacco, appare tutt'altro che superpartes e sembra in effetti costruito per disegnare architetture il cui sospetto suscitato possa fungere da efficacie bomba ad orologeria contro un target "particolarmente" definito.
Questo non è giornalismo d'inchiesta e neanche decisa, disinteressata e spregiudicata denuncia senza macchia.
Tutto ciò appare, più che altro, sottile sotterfugio per creare ad arte: esasperazioni, preoccupazioni, dubbi e recriminazioni. Elementi che, a tempo debito, torneranno forse utili per costruire altri scenari e teoremi che possano rafforzare o affossare future posizioni di potere.
Si ha paura o fastidio del nuovo che avanza?
E sì! Mi riferisco al 5 Stelle che esplode quale primo movimento politico cittadino, nelle percentuali di votazione, ed approda sicuro al ballottaggio.
E mi riferisco al caravanserraglio che appoggia l'altro contendente, colmo di compromessi ed accordi cui la lucidità ha lasciato forse solo il tempo che è riuscita a trovare.
Improvvisamente torna l'ombra di un Vice Questore alla testa di un movimento politico e dall'altro lato un'uomo impegnato, che può vantare nel proprio curriculum la partecipazione e missioni umanitarie nei paesi del sud del mondo, che prende pubblicamente l'impegno si scovare sotto le macerie dell'ufficio tecnico.
Allora l'incenso va al secondo e tutte le preoccupazioni sono rivolte al primo!
Ma che razza di modo è questo d'intendere il giornalismo?
Le critiche si fanno nel merito, nella verità ricercata, nel coraggio ma soprattutto nell'onesta intellettuale nei confronti della quale siamo e saremo sempre enormemente debitori.
Chi scrive mette sempre in anteprima il dubbio...  sulle proprie capacità di analisi in primis.
E non perché debba forzatamente ritenermi inadeguato, incapace o inopportuno rispetto al mio pensiero, del quale non possa neanche vantare sicurezza.
Affatto!
Proprio perché sicuro della mia identità e della mia volontà nonché della determinazione che infondo nella ricerca della necessaria "purezza" in ciò che "dico", espongo il mio pensiero e la mia visione prima al vaglio della cognizione da un altro punto di vista che non sia il mio appunto.
Cercando d'immedesimarsi per quanto possibile... e per quanto possibile comprendere il punto di vista altrui... necessariamente non partendo dal sospetto "tout court", influenzato e di parte, cui ognuno di noi inevitabilmente è soggetto.
Ecco allora che quel dubbio s'insinua e porta con se una coltre di fumo di cui personalmente sempre diffido.
Sono nato complottista "anchi'io" ma spero di aver imparato a distinguere tra complotto ed opportunismo.
Vedete, cari esigui lettori, il complotto è quel complesso di azioni e reazioni programmate a tavolino da qualcuno che tende a raggiungere obiettivi ai più invisi ma inconsapevolmente dalla massa sostenuti, sotto l'attenta e articolata regia di scaltri quanto spregiudicati "intellettuali".
L'opportunismo, diversamente, è quel complesso di azioni e reazioni che si adeguano ad un complotto o meno esistente al fine di raggiungere un obiettivo il cui interesse è meramente personale e particolare e nulla ha a che vedere con una visione intellettuale o di più ampio spettro della realtà ideale.
Ora se il primo può facilmente suscitare biasimo per lo scopo occulto che inevitabilmente è capace di sottendere... il secondo è del tutto "diabolico" per le motivazioni spesso infime con cui è capace di giustificarsi.

Elmoamf

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