Nettuno Porto e Borgo

Nettuno Porto e Borgo

lunedì 18 luglio 2016

Siamo condannati! Perché?

Perché siamo condannati?

Perché non abbiamo umiltà?
Perché non abbiamo affinità?
Perché non abbiamo competenze?

Che dire (da ignaro di una realtà che a stento tendo a fare propria): il mezzo non consolida i risultati!

Nelle mie ultime conclusioni (elaborate e riservate al precedente post) sono stato da alcuni redarguito per le incomprensibili posizioni espresse. Richiamato presumibilmente da chi ritiene eccessive o poco accessibili le tesi testé pronunciate.

Si è fatto accenno a prolusioni e propulsioni... pompose o retoriche, poco dirette, inutilmente sibilline ossia "fottutamente" poco chiare.

Ne prendo atto. E non pretendo che tutti siano o (...ancorché in grado) vogliano essere sulla mia stessa lunghezza d'onda.

Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni e disegnare le proprie realtà tentando di adeguare... rispetto ad essa... le proprie personali o "impersonali" soluzioni.

Ognuno deve sentirsi libero di esprimersi nella sua identità, ancorché percepita quale "unica e diversa" rispetto al "dominio" delle circostanze e rispetto  al dominio del circostanziale.

Ognuno deve e ha il diritto di rivendicare la propria identità rispetto al solco che altri vorrebbero per lui tracciare.

Non voglio uscire fuori dai cardini o dal seminato del presente intervento ma ci terrei a sottolineare la "concreta" libertà che ognuno di Noi dovrebbe saper evincere e rivendicare prima di tutto (...ossia prima di ogni altro nucleo e fondamento di ogni presunta possibile ed altrui esistenza) da se stesso!

Ciò sottolineato e riconfermato!
Perché siamo condannati?
E perché il mezzo non consolida i risultati?

Premessa:
Tale è la mia opinione personale (naturalmente)... ma, come ogni sottile opinione, andrebbe letta "attentamente" tra le righe.

Esprimo infatti una personalità assai criptica e se qualcuno dovesse cercare o volesse pretendere da me una risposta... mi aspetto inevitabilmente e perentoriamente che Essa sia adeguatamente meritata, al di là di ogni faciloneria intuitiva o tecnologica.
Quindi al di là di ogni ragionevole dubbio... come recita la norma giuridica di televisiva Pop Art!

Il percorso di crescita personale (intima ed interiore) è stato, è e sempre sarà segnato da enormi ostacoli ed innumerevoli sacrifici vissuti ed espressi totalmente in prima persona.

Chi non è disposto ai sacrifici può sempre opportunamente astenersi, salvo non recriminare nel momento in cui verrà travolto e massacrato dagli eventi.

Eventi che, beninteso, non chiedono permesso ne esprimono perdono.

Gli eventi accadono e si succedono, nonostante tutte le nostre più ammirevoli, propizie, prodigiose o eccessivamente generose previsioni.

Eventi che sconvolgono, rimescolano e poi trascinano ogni nostra azione verso qualcosa che non avevamo assolutamente: considerato, previsto o programmato.

Messa in evidenza tale  debita premessa.

Perché siamo condannati?
E perché il mezzo non consolida i risultati?

Forse perché difettiamo in umiltà?
Non dimostriamo affinità?
Non esprimiamo sufficienti competenze?

Forse?
O Forse No?
O Forse Chissà?

Il problema o meglio la questione non è nella risposta ma nella stessa ossessiva domanda:

Forse?

Perché Forse?
Cosa Esprime un Forse?
Il Forse è un bene o un male?
E' figlio di un complotto legittimo o di un legittimo titubare?
E' frutto di un interrogativo sano o di un  convulso "loop" paranoico?

Forse!?

Chi è in grado di dare una sostanza, una concretezza, un fottuto spessore a questo Forse?

Sarei lieto di offrire un rinfrescane ghiacciolo al limone al Primo che fosse in grado di dare una sana risposta a tale ancestrale Enigma ma al momento presente, più realisticamente, mi limito a constatare e circoscrivere gli eventi nelle loro immediate e più ovvie disamine.

Abbiamo un Nuovo Governo "comunale", costretto come ogni altro in passato in dinamiche estremamente convulsive, che tenta suo malgrado di sopravvivere e prosperare.

Lo Farà in nome del Popolo?
Lo farà in nome della Patria?
Lo farà un nome della Costituzione?
Lo farà in nome dell'onore, dell'onere o dell'onestà?

Qualsiasi sia il suo intento... anche il più sporco... chi dovrà Vigilare su tale operato per il bene di tutti?

Pertanto, a tal proposito, si rende necessario un metro di valutazione, uno spartiacque, tra ciò che era (che fù e che ancora tenta imperturbabilmente di essere) e ciò che sarà. Ciò che inevitabilmente sarà!

Gli esseri umani inutilmente discutono sulle loro vicissitudini non accorgendosi che il tempo scorre e li rende più vecchi e spesso inutili ma se alcuno ogni tanto si accorgesse della propria peculiarità, necessarietà, presenza, determinazione e importanza...

Forse o meglio quel "Forse" non sarebbe più così ondivago, sfuggente e nebuloso.
Diversamente sarebbe intriso del succo del mondo, della sua realtà e della sua estrema identità.

Non siamo anime perse... è solo che ci perdiamo con poco! Perché convinte dal manigoldo di turno di essere inevitabilmente e disperatamente tali!

E' ciò che vogliamo Essere?

Buongiorno Nettuno...
Paese di Morti Viventi!

Elmoamf



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