Nettuno Porto e Borgo

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sabato 2 luglio 2016

Teoremi intimidatori

E' di questi giorni la "notiziona" della manifestazione no-biogas "presenziata" dal neo sindaco di Nettuno.
E' di questi giorni come fresca anticipazione di aperta e/o in/condizionata partecipazione la presenza o la netta presa di posizione di un Istituzione rispetto ad altre più sibilline, riguardo tematiche controverse e di complessa valutazione (rispetto agli eventuali, presunti o inevitabili costi/benefici a causa di questa ricadenti) non solo per la irrequieta comunità locale ma per la indefinita, sfuggente e sprovveduta collettività in generale.
E' di questi giorni... e ne andrebbe dato merito a chi la evidenzia come a chi ne volesse o ritenesse doveroso (in qualsivoglia salsa) rimarcarne l'inopportunità... la notizia che il neo eletto Sindaco della Cittadina del Tridente sarà alla Testa di un corteo di contestazione... di quel corteo, anti centrali biogas da edificare sul suolo locale, che si contrappone antiteticamente in termini di salute e gestione del territorio (o quantomeno così appare e si propone), ai principi di una certa società che sostiene (legittimamente per carità!) di agire in nome di una altrettanto presunta libera iniziativa capace di generare a cascata benefici per la collettività nel rispetto inclusivo (o esclusivo?) dell'interesse personale.
La Notiziona non può essere derubricata (a mio modesto avviso) a "contorno" esiziale di poco conto!
Perché sottolinea una presenza ingombrante:
Quella di un'Istituzione!
Istantanea di un principio inderogabile in tempi di delegittimazione del potere precostituito, di narcisismo intellettuale inutile e deleterio, di arida assenza (non giustificata da giusta causa) dei poteri legittimati a governare...
Una presenza, quindi, non affatto da sottovalutare!

Eppure, non è di questo che ci dovremmo occupare o preoccupare.

Perché la stampa locale è abile sia nel mettere il sonnifero all'opinione comune, con veline edulcorate al balsamico cloroformio, che nel creare teoremi intimidatori con un cronismo d'inchiesta che sembra spesso costruito ad arte nei sotterranei di miseri conclavi da sottobosco.

Entrambi sterili strumenti di potentato ad uso e consumo di chi si sente infastidito o diversamente favorito da una certa classe dirigente dalla quale ci si aspetta, a prescindere, un predestinato comportamento.

Andrebbe quindi dichiarato con franchezza: il giornalismo d'informazione critica e responsabile o la critica giornalistica di approfondimento intellettuale... sono ormai defunte da tempo!
O chissà mai se in questo paese o angolo di mondo siano mai in verità esistite.

E' vero, personalmente pago dazio per non essere del luogo.

Come dicono in molti, sono un trapiantato ossia uno di coloro che si sono trasferiti, da altra residenza o domicilio provenienti. Approdati in loco nell'arco degli ultimi vent'anni. E del loco hanno vissuto o assistito solo alle "parentesi" (si fa per dire) susseguitesi loro malgrado dallo scioglimento del mandato Marzoli, quello delle infiltrazioni delle 'ndrine, che oggi fanno tanto folklore ma sembra non facciano più alcun timore.

Cosa ne posso sapere Io, povero ignorante forestiero, della storia di questo paese e delle sue faide cittadine?
Famiglie che tengono in pugno o in ostaggio un territorio di circa cinquantamila anime.
Clan che nel breve intermezzo di neanche un secolo son stati capaci di "edificare" fortezze d'intrecci ed interessi da ius sanguinis e ius primae noctis.

Cosa posso saperne Io giustamente?
Niente!
Perché così è in effetti.
Io, concretamente, non ne ho la più pallida idea!

Parenti di Amici di Dirigenti di Assessori di Ex Sindaci e/o Trombati, della politica locale che si fa nazionale e che da Anzio parte per Nettuno o Viceversa, per poi tornare indietro e fare il balzo in avanti perché si prospetta lo scranno parlamentare... mentre la famiglia sul territorio prospera di attività gentilizia che ramifica i propri tentacoli su castelli che nel tempo si son fatti di sabbia ma si crede ancora follemente quanto genuinamente che siano granitici.

Certo solo gli stolti o i folli possono credere che una goccia perpetua non potrà mai erodere un patrimonio e un dominio cesellato nel proprio vigore. E visto che ogni leader di siffatta caratura trae la propria forza dalla stucchevole e immancabile arroganza, il delirio d'onnipotenza è per ciò stesso tutelato e legittimato nel produrre aborti d'informazione capaci di esaltare o annichilire questo o quel leggiadro cavaliere che si esponga: come Alfiere o come Ronzino di un Bene o di un Torto,,, Inoppugnabile.

E' certo il fatto che siano stati scomodati i più santi quanto stantii proverbi per giustificare assunti, prese di posizione, conformismi o anticonformismi ideologici e/o propagandistici.
C'è chi aspetta infatti come il Cinese sul guado del fiume. C'è chi è pronto da un'eternità al "te lo avevo detto". C'è chi invoca il peccato ma non il peccatore e chi sostiene che a pensar male si fa peccato ma spesso c'è la zecca.

Sarà che sono stufo di questi stracci di quartiere e più che mai deluso da chi ritenevo altresì un onesto e schietto menestrello.

Non che non ne avessi fatto conto... di tal delusione.
Tutti su questa terra siamo costretti a sopravvivere.

Pochi hanno o hanno avuto il coraggio di morire per le loro opinioni ed in pochi sono morti da onesti, silenziosi, timidi e solitari servitori dello Stato o della Società od ancor più dell'Umanità come da essi stessi esposta e in spirito salvaguardata attraverso l'estremo sacrificio.

Io per primo non mi ritengo tra questi, all'altezza di questi, alla stregua di questi o dei loro successori, emulatori, imitatori, rivali, mistificatori ed impostori.

Ecco perché non mi vanto di giornalismo d'inchiesta.
Ecco perché non mi esalto in virtù divinatorie.
Ecco perché il dubbio è la mia unica certezza nella misura in cui il dubbio mi spinga ad un netto esame di coscienza che mi costringa ad una retta, decisa e distaccata considerazione della realtà.

Ecco perché il giornalismo è morto...

Perché nel mondo social interamente costruito sull'interattività delle maschere, quelle maschere tanto invise a Pirandello, non c'è posto né per la razionalità della commedia goldoniana né per il teatro di rivista d'italiana memoria... quella del tentativo di riscatto contro una demenza cronica nostrana... per intenderci.

E' evidente che Noi del Paese non abbiamo nulla da reclamare o dover o voler riscattare.

Neanche la dignità!

Perché (in ossequio al nostro legittimo padrone: "Mammona") abbiamo lasciato il "tutto" abbondantemente sotto i nostri calzari.

Calzari perennemente unti di sudore, di sangue ma ancor più tristemente di sterco... oltretutto elemosinato per poter campare...
Aho ma c'è Mammona!
Che fai ti ribelli?
Mammona s'arrabbia e poi so cz.....

Mammona! E sai cosa Leggi!

Elmoamf

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