Nettuno Porto e Borgo

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sabato 26 marzo 2016

Confondere, Depistare e Mescolare

Sovvertire il significato di un articolo manovrando o meglio abbinando tra loro informazioni distinte o del tutto evidentemente scollegate e separate, nel preciso intento (forse?) o nel recondito scopo (chissà?) di ingannare e altrimenti fuorviare (sino a svilirla) l'azione o la presenza e solidità di alcuni in favore o in danno di altri... ritengo sia una forma profondamente avvilente di fare informazione!

Con tutta la buona volontà, da profano del giornalismo moderno e da profano in genere di un giornalismo improvvisato e qualunquista, un giornalismo che limita il suo agire unicamente nelle servili e ossequiose capacità propagandistiche finalizzate a questa o quella cassa di risonanza, di questo o quel volere malandrino (sia esso capriccioso e spregiudicato, facoltoso e influente o un misto diabolico di tali indubbie qualità!), un "volere e potere" in grado di fornire un'adeguato stipendio ed un congruo futuro nella comunità d'appartenenza... Da profano in genere di un simile e conformistico modus operandi, mi pongo allora un quesito, tanto folgorante quanto stuzzicante per chi sia in grado di dimostrare un fin palato.

Mi chiedo, infatti, quale ferocia alberga nell'animo umano tanto efficacie dal costringerlo all'auto impalamento del proprio unico e personale intelletto, in favore di una non meglio specificata identità o entità esiziale che sia in grado di garantirsi aprioristicamente la di Lui o di Lei corrosiva accondiscendenza, remissività o indulgenza di giudizio nella composizione di un "pezzo" di cronaca politica locale.

Quale ferocia insiste nello scritto il cui consistere è un effimera e artificiosa manipolazione della notizia?

Quale ferocia, quale arbitrio, quale convenienza... di fatto inutile... si cela dietro l'apparentemente sterile e mite "velina" frutto di una palese contraffazione giornalistica?

Una contraffazione ancorché efficace nel suo risultato grazie all'ineffabile e conformistico utilitarismo masochista di chi si dispone nel leggere e si pone o meglio circoscrive volontariamente nell'apprendere, evitando come la peste ogni necessità di approfondimento e speculazione critica sulla materia in questione.

Quale spietata ferocia emerge e s'impone in quella notizia beffarda tanto da determinare un'immagine che nella realtà e nella concretezza della quotidianità non esiste?

Non esiste perché non ha nulla di effettivamente sostanziale o corrispondente eppure esiste per il lettore, trascinato nel vortice di un apprendimento mediato, condizionato, stravolto. Edulcorato o esasperato a seconda delle esigenze da salvaguardare!

Sarà la convenienza di chi cinicamente non ha a cuore nulla?
Sarà la convenienza di chi ha a cuore unicamente (o non ha a cuore affatto) la propria sopravvivenza? 
Sarà la convenienza di chi altrimenti eppur scrupolosamente nel farlo, non si rende conto che scegliendo di stringere patti con il Diavolo (il Mistificatore) il rischio di trovarsi direttamente all'inferno è piuttosto elevato?

Perché ognuno di noi dovrebbe dare per scontato che nell'inferno ogni eterno tentativo di redenzione potrebbe non venir mai soddisfatto!

Ciò nonostante, ci si sente immortali e immacolati tanto da sfidare ogni sorta di pentimento rispetto al ns agire.

Di qui nasce l'assenza. L'assenza di ammissione, riconoscimento, responsabilità del proprio operato.

L'assenza nel riconoscere i ns limiti.

L'assenza di umiltà nel confonderci e sostituirci al creato... creando da noi l'evento esclusivamente giornalistico!



Riflessioni su di un giornalismo creativo che esprime le proprie aberrazioni in innocui (solo all'apparenza) accostamenti di maniera!

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