Il portabandiera, “Frontman” di una realtà da “Marketing”
che necessariamente alcuni ritengono bisogna esportare e.o certamente imporre.
E quindi il portavoce ossia quello specchietto per le
allodole dietro il quale necessariamente dover occultare… la propria natura di (spietati?!?)
predatori.
I giochi di potere ricalcano fedelmente o tristemente,
stantie scene da “soap opera” ove è o dovrebbe essere chiaro chi interpreta il
bene e chi al contrario impersona il male.
Allora (ci chiederemmo o dovremmo fare) dov’è che giace o
risiede il Problema?
Dove nasce, emerge o si coagula l’Enigma?
Dove trova le sue antiche radici Il Mistero, il Mito e.o la
considerevole Fregatura?
Semplice: nella Finzione!
Fingi di essere ciò che gli altri si aspettano o ciò di cui gli
altri hanno bisogno o ciò a cui gli altri non possono rinunciare… ed avrai in
mano il mondo, gli uomini e tutto il loro divenire… generazionale!
E già, perché il voto si conta rispetto al numero e alla
quantità e non rispetto alla sostanza o all’essenza.
Ahimè, quanti danni la “quantità” ha portato rispetto alla
qualità… ma qui si tratta di altro e pertanto, solo sfiorandolo, mi soffermerò
su tale argomento: La Quantità!
Come misurare altrimenti un consenso che i profani
considerano solo frutto di scambio?
E come considerare uno scambio che i profani considerano unicamente
come un frutto o meglio il germoglio del proprio potere e dominio sull’altro?
La Quantità o genesi della proprietà… sull’altrui arbitrio e
dominio!
Un tempo gli ideali fornivano solidi limiti (non solo
filosofici ma fisici e sociali) tangibili, palesi ed evidenti al beneplacito
che una comunità era disposta a fornire al proprio Leader affinché fosse posto
in Grado di trattare gli affari comuni in Nome e per Conto di Tutti.
Oggi quei limiti hanno perso tutta la loro concreta Sostanza
(semmai siano stati in grado di ottenerla - effimera o quantomeno eterea - e
mantenerla per un tempo sufficientemente incisivo) per far posto ad una miserevole
sudditanza.
Un ossequio al potere, conformistico, conformista,
perbenista, qualunquista, colpevolmente quanto sempre più inevitabilmente ed
inconsapevolmente abitudinario, che piega la realtà, ogni realtà, secondo le
più strette convenienze di comodo.
Quel comodo che è sistematicamente misurato e che sia in
Grado di essere posto sistematicamente nella posizione più idonea per essere “immediatamente”
misurabile.
Misurabile nel benessere… più o meno perduto o conquistato…
di questa o quella forma di avidità umana… esemplificabile da un lato (fittiziamente
privilegiato) nel possesso e dall’altro (inequivocabilmente danneggiato o
svantaggiato) nel tentativo di sopravvivenza.
Possedere e.o Sopravvivere, prima ancora di essere o
rendersi conto di cercare una plausibile via per farlo o realizzarlo, è un
imperio per coloro che del possesso e quindi della quantità fanno il loro unico
scopo e nel quale, pertanto, morbosamente si identificano.
Un’identità “sporca”, “spuria”, “ingannevole” che racchiude
in se un desiderio represso di rivalsa a cui onestamente non sarei in grado di
attribuire alcuna plausibile giustificazione, tantomeno alcun considerabile
quanto condiscendente significato.
Ma il concetto stesso di possesso e quindi di successo può
ridursi ad uno stantio quanto inutile arbitrio sul destino “Altrui”?
Personalmente ritengo tutto ciò quanto di più antitetico
alle reali esigenze di una comunità in cui si tenta di riconoscersi ed
affermarsi quali fieri condottieri.
Poiché dominare e possedere e decidere nella totale
solitudine ed incapacità di condividere e nella totale incapacità di condivisione
delle proprie scelte, nella totale mancanza di empatia e compartecipazione
delle necessità comuni, nella totale assenza di una visione d’insieme che una
gestione della res publica richiede… sarà sempre e comunque un fallimento
contro cui ardua se non del tutto e sterilmente improduttiva sarà ogni capacità
che si tenterà personalmente di mettere in campo nel disperato tentativo di
redimersi di fronte a quella stessa comunità --- di redimersi da un passato, un
presente o un eventuale futuro nel quale si può o si potrà certamente essere
oggetto di comprensione o perdono ma al tempo stesso mai e in alcun modo si
dovrebbe essere oggetto di accondiscendenza!
Elmoamf
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