Nettuno Porto e Borgo

Nettuno Porto e Borgo

domenica 13 marzo 2016

Paradigmi di una politica che si cela (vigliaccamente e.o strategicamente ?!?) dietro i suoi portaborse!

Il portabandiera, “Frontman” di una realtà da “Marketing” che necessariamente alcuni ritengono bisogna esportare e.o certamente imporre.

E quindi il portavoce ossia quello specchietto per le allodole dietro il quale necessariamente dover occultare… la propria natura di (spietati?!?) predatori.

I giochi di potere ricalcano fedelmente o tristemente, stantie scene da “soap opera” ove è o dovrebbe essere chiaro chi interpreta il bene e chi al contrario impersona il male.

Allora (ci chiederemmo o dovremmo fare) dov’è che giace o risiede il Problema?

Dove nasce, emerge o si coagula l’Enigma?

Dove trova le sue antiche radici Il Mistero, il Mito e.o la considerevole Fregatura?

Semplice: nella Finzione!

Fingi di essere ciò che gli altri si aspettano o ciò di cui gli altri hanno bisogno o ciò a cui gli altri non possono rinunciare… ed avrai in mano il mondo, gli uomini e tutto il loro divenire… generazionale!

E già, perché il voto si conta rispetto al numero e alla quantità e non rispetto alla sostanza o all’essenza.

Ahimè, quanti danni la “quantità” ha portato rispetto alla qualità… ma qui si tratta di altro e pertanto, solo sfiorandolo, mi soffermerò su tale argomento: La Quantità!

Come misurare altrimenti un consenso che i profani considerano solo frutto di scambio?

E come considerare uno scambio che i profani considerano unicamente come un frutto o meglio il germoglio del proprio potere e dominio sull’altro?

La Quantità o genesi della proprietà… sull’altrui arbitrio e dominio!

Un tempo gli ideali fornivano solidi limiti (non solo filosofici ma fisici e sociali) tangibili, palesi ed evidenti al beneplacito che una comunità era disposta a fornire al proprio Leader affinché fosse posto in Grado di trattare gli affari comuni in Nome e per Conto di Tutti.

Oggi quei limiti hanno perso tutta la loro concreta Sostanza (semmai siano stati in grado di ottenerla - effimera o quantomeno eterea - e mantenerla per un tempo sufficientemente incisivo) per far posto ad una miserevole sudditanza.

Un ossequio al potere, conformistico, conformista, perbenista, qualunquista, colpevolmente quanto sempre più inevitabilmente ed inconsapevolmente abitudinario, che piega la realtà, ogni realtà, secondo le più strette convenienze di comodo.

Quel comodo che è sistematicamente misurato e che sia in Grado di essere posto sistematicamente nella posizione più idonea per essere “immediatamente” misurabile.

Misurabile nel benessere… più o meno perduto o conquistato… di questa o quella forma di avidità umana… esemplificabile da un lato (fittiziamente privilegiato) nel possesso e dall’altro (inequivocabilmente danneggiato o svantaggiato) nel tentativo di sopravvivenza.

Possedere e.o Sopravvivere, prima ancora di essere o rendersi conto di cercare una plausibile via per farlo o realizzarlo, è un imperio per coloro che del possesso e quindi della quantità fanno il loro unico scopo e nel quale, pertanto, morbosamente si identificano.

Un’identità “sporca”, “spuria”, “ingannevole” che racchiude in se un desiderio represso di rivalsa a cui onestamente non sarei in grado di attribuire alcuna plausibile giustificazione, tantomeno alcun considerabile quanto condiscendente significato.

Ma il concetto stesso di possesso e quindi di successo può ridursi ad uno stantio quanto inutile arbitrio sul destino “Altrui”?

Personalmente ritengo tutto ciò quanto di più antitetico alle reali esigenze di una comunità in cui si tenta di riconoscersi ed affermarsi quali fieri condottieri.


Poiché dominare e possedere e decidere nella totale solitudine ed incapacità di condividere e nella totale incapacità di condivisione delle proprie scelte, nella totale mancanza di empatia e compartecipazione delle necessità comuni, nella totale assenza di una visione d’insieme che una gestione della res publica richiede… sarà sempre e comunque un fallimento contro cui ardua se non del tutto e sterilmente improduttiva sarà ogni capacità che si tenterà personalmente di mettere in campo nel disperato tentativo di redimersi di fronte a quella stessa comunità --- di redimersi da un passato, un presente o un eventuale futuro nel quale si può o si potrà certamente essere oggetto di comprensione o perdono ma al tempo stesso mai e in alcun modo si dovrebbe essere oggetto di accondiscendenza!

Elmoamf

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