Nettuno Porto e Borgo

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lunedì 28 marzo 2016

Scandali e Follia: Quei Numeri Civici che gridano vendetta!

E' curioso notare come l'informazione di un certo interesse o di un particolare spessore sia merce alquanto rara. Una merce così preziosa cui, in ogni tempo, è stata riconosciuta una valenza superiore ad ogni altro oggetto o elemento degno di una particolare rilevanza.

Al pari di una metodologia nell’intendere o fare informazione che sempre o spesso (probabilmente?) non si sposa con le finalità morali ed etiche che pretende di rappresentare o di cui tanto liberamente quanto inappropriatamente tende a vantarsi.

E’ curioso ma assai comprensibile quanto conformistico e dato tristemente per scontato.

Ciò detto, va dato atto al certosino lavoro di alcuni, che nel fare le pulci su determinate argomentazioni scottanti, si accaniscono con più concretezza e sostanzialità di altri i quali, forse, per vocazione o appunto per altro, su certe questioni non sono affatto portati!

Trattiamo dello scandalo dei “Numeri Civici”.

E già! Perché in quale altro modo potrebbe una “follia” del genere essere definita?

Uno scandalo la cui misura rispetto all’approccio, all’intenzione o alla gestione della “Res Publica” dovrebbe risultare sufficientemente suscettibile di alcune basilari considerazioni che solo la cieca accondiscendenza, il bieco servilismo, l’opportunistica e colpevole convenienza o il disfattismo depressivo, fatalista e autodistruttivo di coloro che invocano o si aggrappano ad un’impotenza di fatto… non sono in grado o non vogliono assolutamente cogliere.

Considerazioni che riguardano l’iter, del tutto arbitrario o frutto di un ingegnoso disegno già predisposto a tavolino, con cui certe figure o figuri s’impongono nel raggiungere posizioni autorevoli e decisorie (autoritarie) tali da condizionare nei “secoli dei secoli” le scelte di un’intera comunità.

(Considerazioni che mi riserverò di approfondire in altro momento ma che ho avuto modo di esplicitare senza remore a chi mi conosce!)

Uso spesso un linguaggio ed una prosa figurativa per descrivere fatti, ripercussioni ed eventi che siano in grado di suscitare nel lettore una visione della realtà che non si limiti alla sola constatazione degli avvenimenti, nel contesto delle specifiche o proprie circostanze in cui questi si svolgano, ma che sappia andare oltre, spaziare e mettersi in discussione e quindi dar origine e far esprimere non solo un’opinione, una posizione o una fugace interpretazione di ciò che accade e conseguenzialmente influisce sulla propria realtà ma sia capace altresì di far emergere criticamente il tentativo di ricerca della propria dignità di persona nel rispetto della personale ed intima esigenza di emancipazione.

Emanciparsi, infatti, non andrebbe inteso unicamente nella limitativa accezione di autonomia o indipendenza da questo o quel potere precedente individuato in uno specifico legame convenzionale di matrice esistenziale. Un legame che sia stato personalmente incarnato nella famiglia, nel clan, nella congrega d’origine o d’affiliazione oppure individuato nel lavoro o nel gruppo di appartenenza o ancora più in genere e indefinitamente nei legami oggettivi o soggettivi cui ci si senta costretti nei confronti dell’intera società.

Emanciparsi andrebbe più sanamente inteso nella capacità, volontà e coraggio di non arrendersi e quindi sottomettersi al volere (proditorio) di interessi altrui.

Un ‘interesse che assume la sua forza e coercizione nel momento in cui si beffa, servendosene, delle banali regole democratiche. Quelle regole che tutti invocano ma che nessuno ha la seria intenzione di far rispettare.

Perché, nel torto o nella ragione, le regole democratiche mettono in pericolo il potere rischiando al tempo stesso di degenerare nell’anarchia e nel caos… ove il potere o l'anarchia assumeranno poi il peggiore dei loro atteggiamenti…

Torniamo allora alla questione principalmente sollevata, i Numeri Civici, e ai risvolti basilari cui si accennava.

E’ stata “ricordata” l’esistenza di un Regolamento Comunale che, nero su bianco, dispone specifici oneri e responsabilità.

Da più parti è stato poi descritto e condannato un certo operato, superficiale e approssimativo nel migliore dei casi.

Ora gli artefici, protagonisti o comparse che fossero, di quello stesso operato si ripropongono nel condurre il destino comune senza in alcun modo aver messo in discussione il loro agire di fronte non tanto verso la pubblica opinione quanto verso la propria coscienza di amministratori della “Res Publica”.

Con quale coraggio se non quello di un’opportunità maliziosa e del tutto discutibile?

Ma si sa: nella politica è meglio essere chiacchierati ed eletti che onesti e quindi fuori perché sconosciuti e ai margini.

La differenza la fanno i voti ed evidentemente c'è chi può permettersi di portarne abbastanza o addirittura in abbondanza per essere "sicuramente" Eletti!
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Regolamento Edilizio

TITOLO III - DISCIPLINA DELLA FABBRICAZIONE

CAPO I - ASPETTO DEI FABBRICATI ED ARREDO URBANO

Articolo 27 - Arredo Urbano

Settimo Capoverso

"...Agli edifici è imposta la servitù di apposizione dei numeri civici e delle targhe o tabelle indicanti il nome delle vie o delle piazze.
L’apposizione e la conservazione dei numeri civici e delle targhe stradali sono, a norma di legge, a carico del Comune.
I proprietari dei fabbricati su cui sono apposti numeri civici o targhe sono tenuti al loro ripristino quando siano distrutti o
danneggiati per fatti ad essi imputabili.
Il proprietario è tenuto a riprodurre il numero civico in modo ben visibile sulle mostre o tabelle applicate alle porte

quando queste occupino interamente la parte della parete all’uopo destinata..."

Fonte:

"REGOLAMENTO EDILIZIO - Comune di Nettuno"

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